Quali sono le conseguenze per chi non ha presentato la dichiarazione Imu entro la scadenza prevista? Ecco che cosa succede.
I termini per il pagamento di uno dei principali tributi italiani, ovvero l’IMU, sono scaduti da poco. La data del 1° luglio era infatti quella riguardante il versamento della prima delle due rate, mentre per il saldo ci sarà tempo fino al 16 dicembre 2024. Tutti i possessori di fabbricati ad eccezione delle prime case (con la sola esclusione di quelle in categoria catastale di lusso) sono, infatti, tenuti ad effettuare questo pagamento.
Ma non si tratta del solo adempimento legato all’Imposta Municipale Propria. Infatti, oltre a ciò, occorre presentare l’apposita dichiarazione annuale al comune sul cui territorio è ubicato l’immobile oggetto di tassazione. Chi è tenuto a elaborarlo e, soprattutto, cosa accade qualora questo documento non sia stato inviato? Facciamo chiarezza.
Imu, cosa succede se non si presenta la dichiarazione
La dichiarazione annuale è un obbligo riguardante i casi nei quali dovessero esserci delle variazioni rispetto alla precedenti dichiarazioni oppure alle situazioni nelle quali non sono stati richiesti da parte del contribuente gli aggiornamenti della banca dati catastale. Essa va inviata anche nel caso di inizio di possesso immobili, trasmettendola entro il 30 giugno dell’anno successivo.
Per capire chi effettivamente sia tenuto a presentarla è bene verificare quanto riportato nelle istruzioni allegate al modello dichiarazione IMU 2024; la scadenza per l’invio era fissata per il 1° luglio. Ciò nonostante diversi contribuenti tenuti a trasmettere tale dichiarazione potrebbero non averlo fatto: cosa succede loro?
Per inviarla si può utilizzare il modello apposito approvato il 24 aprile dal Decreto del Mef, inoltrandola ai comuni sui cui territorio sono presenti i fabbricati dichiarati. Si può consegnare il modello cartaceo oppure spedirlo con raccomandata senza ricevuta di ritorno o ancora via Pec o mediante i canali Fisconline ed Entratel.
Quello che accade, in caso di omessa dichiarazione entro la scadenza prevista, è il rischio di incorrere in una sanzione compresa tra il 100 ed il 200% del tributo non versato, partendo da un minimo di 50 euro. Ma vi è la possibilità di sanare la propria posizione presentando la dichiarazione entro 90 giorni dalla scadenza prevista mediante ravvedimento operoso. Secondo le regole indicate nell’articolo 13 comma 1 lettera c del DL 472 del dicembre 1997. La sanzione in questo caso sarà pari a 1/10 del minimo ovvero, prendendo come riferimento l’importo di 50 euro, l’importo di 5 euro.