I proprietari di immobili occupati abusivamente possono richiedere l’esenzione Imu? Cosa dice la legge e cosa si può fare in questi casi.
Si sente sempre più spesso parlare nel nostro Paese di immobili occupati abusivamente. Questo si verifica quando uno o più soggetti si insediano all’interno di un’abitazione non di loro proprietà senza avere il consenso del proprietario.
Oltre al disagio per quest’ultimo e le conseguenze dal punto di vista giuridico per chi mette in pratica questa condotta, nasce un’altra questione legata al pagamento dell’Imu, l’imposta municipale propria dovuta da chi possiede immobili, ad eccezione della prima casa, aree fabbricabili e terreni agricoli. Cosa accade in questi casi e cosa dice la legge in merito?
Sono migliaia gli immobili e gli spazi occupati abusivamente nel nostro Paese, un fenomeno che negli ultimi anni ha fatto registrare una significativa crescita. Molti dei proprietari di questi edifici si chiedono se bisogna versare l’Imu (Imposta municipale propria), il cui pagamento deve essere effettuato annualmente per il possesso di immobili, escluse le prime abitazioni, aree fabbricabili e terreni agricoli.
Attraverso la Legge di Bilancio 2023, è stata introdotta una particolare esenzione per i proprietari di edifici che risultano essere non disponibili in quanto occupati abusivamente. Nel caso specifico, per ottenere l’esenzione, relativa all’anno di imposta 2024, è necessario presentare la dichiarazione Imu compilando gli appositi campi così da dimostrare che l’immobile non è disponibile e non produce alcun reddito. Nel dettaglio, come spiega il decreto del 24 aprile 2024 del Ministero dell’Economia, è importante compilare il Quadro A come di seguito senza commettere errori per non rischiare di perdere l’accesso all’esenzione:
È importante, difatti, prima di inoltrare la dichiarazione Imu aver presentato una denuncia all’autorità giudiziaria per quanto accaduto, e che questa sia stata accettata o sia stata avviata un’azione giudiziaria penale. La dichiarazione per il 2024, deve essere presentata entro e non oltre il 30 giugno 2025. Chi ha già provveduto all’inoltro negli anni precedenti e la situazione è rimasta invariata, deve comunque provvedere all’invio.
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