Gli ultimi anni non sono stati facili per l’economia mondiale, ma un’azienda si è trovata in una situazione a dir poco assurda.
A partire dal 2020 il mondo è cambiato in maniera radicale. La Pandemia di Covid-19 ha infatti messo in ginocchio interi settori dell’economia mondiale e ha portato a delle profondissime trasformazioni nella vita delle persone ma anche nelle strategie commerciali di moltissime aziende.
Se moltissime imprese meno solide hanno ceduto sotto i colpi della crisi economica indotta dalla Pandemia, le imprese più grandi ed efficienti sono state in grado di adeguarsi alle nuove dinamiche produttive, economiche e geopolitiche in maniera più efficiente.
Mentre il mondo si accingeva a lasciarsi definitivamente alle spalle la pandemia, infatti, cominciava una nuova pesantissima crisi che avrebbe coinvolto ancora una volta gli interessi politici e commerciali di gran parte del mondo: l’invasione russa dell’Ucraina.
A seguito dell’invasione, infatti, la Russia è stata bersagliata con pesanti sanzioni economiche che miravano a indebolire la stabilità interna del Paese e a costringere Putin a impiegare i fondi pubblici a sostegno delle aziende e delle famiglie in difficoltà.
Se però da una parte colpivano la Russia, le sanzioni imposte dall’Occidente hanno danneggiato molto profondamente anche le aziende che avevano in Russia uno tra i mercati più fiorenti e redditizi. È il caso di Intel, che nel corso di pochissimi anni ha visto completamente distrutta la sua presenza nel paese sovietico.
Intel: un solo dipendente e nessun fatturato
Leggere i dati sull’entità del crollo degli affari di Intel in Russia restituisce la misura della grandezza del crollo economico a cui l’azienda è andata incontro. Solo nel 2021, Intel generava un fatturato di oltre 80 milioni di dollari in Russia.
Dopo l’inizio della guerra in Ucraina, quindi meno di un anno dopo, Intel sospendeva tutte le operazioni commerciali nel Paese e licenziava 1200 dipendenti. Nel 2023 i ricavi di Intel in Russia arrivano prevedibilmente a quota zero.
La situazione apparentemente paradossale sta nel fatto che Intel non ha licenziato davvero tutti. Attualmente sul libro paga dell’azienda figura un unico dipendente in Russia: Alina Klushina, direttrice dei due rami dell’azienda, Intel AO e Intel Technologies.
Cosa fa ogni giorno Alina Klushina in un gigantesco ufficio vuoto non è dato sapere, ma c’è una sola spiegazione possibile alla faccenda: la dirigente viene utilizzata come pedina dell’azienda per non perdere del tutto la propria presenza su suolo russo. Intel sta aspettando quindi un cambiamento favorevole in questa disastrosa congiuntura storica, politica ed economica. Quanto ancora potrà resistere?