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Economia

Medio Oriente, Patuelli: “Se non si depotenzia la crisi, l’Italia può risentirne più di altri”

Dal no del Parlamento italiano al Mes, passando per il Patto di stabilità e la tassa sugli extraprofitti bancari. 

In una lunga intervista rilasciata ad Avvenire, Antonio Patuelli, presidente dell’Associazione bancaria italiana (Abi) dichiara che per questo 2024 la Bce potrebbe osare di più, “cominciando a limare i tassi di interesse, la cui discesa è stata già anticipata dal mercato”. 

Medio Oriente, Patuelli: “Se non si depotenzia la crisi, l’Italia può risentirne più di altri” (Ansa Foto) – cityrumors.it

Il Patto di stabilità

Dal sì dell’Italia alla riforma del Patto di stabilità, in Europa, secondo il presidente, è arrivata “la consapevolezza maturata sul debito pubblico”, che non può continuare a crescere “perché è un onere per le generazioni future”. 

Il sì alla riforma del Patto di stabilità rappresenta “un compromesso più maturo, più calibrato rispetto al Patto di 30 anni fa”, e al passo con i tempi che sono cambiati economicamente.

Alle critiche di austerità, Patuelli risponde che “il punto resta quello di innescare un circolo vizioso nel calo del debito pubblico”, e i tassi di interesse effettivi italiani “sono ancora i più alti dell’Eurozona, il tasso a 10 anni è superiore persino a Grecia e Portogallo”. 

Il Mes

Per quanto riguarda il Mes, il presidente Abi non vuole fare polemica: “Si è fatto un dibattito a priori pro o contro il Mes, senza entrare nel merito. Spero che sia una crisi di coscienza”, spiega nell’intervista ad Avvenire.

L’impalcatura dei meccanismi di salvataggio di una banca, che il Mes riformato ampliava, va comunque riparata. Il Fondo di risoluzione unico e le relative procedure non hanno dato finora buoni risultati dove sono stati applicati, come in Italia nel 2015, dove le risoluzioni sono costate molto di più rispetto a possibili interventi preventivi”. 

Secondo Patuelli, l’Italia ha fatto da apripista per un dibattito in Europa sul Mes. “Ora bisogna intraprendere in Europa un dialogo che non sia preconcetto e che si allarghi alle prospettive dell’Unione bancaria, che dev’essere prima di tutto una unione di diritto. Quindi con testi bancari unici europei, che peraltro non costano”. 

La tassa sugli extraprofitti

Giorgia Meloni (Ansa Foto) – cityrumors.it

Sulla tassa degli extraprofitti bancari, istituita dal governo nel 2023, e che si è conclusa con successo per Abi, Patuelli dichiara: “Quando si parla di banche in Italia, va inquadrato il contesto. Oltre ad aver dovuto affrontare, a differenza di altri Stati che le avevano patite prima, crisi bancarie con le nuove regole dell’unione bancaria, i nostri istituti negli anni hanno dovuto adeguarsi ai più rigidi criteri di patrimonio, accrescendo le riserve come richiesto dalla Vigilanza europea, e hanno affrontato riorganizzazioni e aggregazioni, accelerate anche dalle innovazioni tecnologiche”. 

Questo è stato fatto per ridurre i costi, insieme al lavoro di sindacati e lavoratori. Dal 2024 però, i margini si ridurranno perché caleranno anche i tassi di interesse: “Caleranno perché è già calata l’inflazione. Quelli di mercato hanno anticipato eventuali decisioni della Bce: l’Irs, riferimento per i mutui, è passato dal 3,52 di inizio ottobre al 2,38%. Man mano che ci si avvicina a un livello dell’inflazione del 2%, ridurre un poco i tassi non significa indebolire la lotta all’inflazione: una qualche limatura può già esser fatta”. 

Come sarà il 2024

Ma come sarà il 2024? “Si apre con vari rischi”, conclude Patuelli nell’intervista ad Avvenire. “Sono preoccupato e angosciato perché la guerra in Ucraina si avvicina ai due anni e ai tre mesi quella in Medioriente, rispetto ai conflitti anche di pochi giorni del passato. Sono guerre cruente delle quali non si vedono soluzioni vicine. Sono fattori di forte rischio che hanno connessioni rilevanti, vedi la nuova pirateria attorno ai canali di Suez, e di questo si discuterà decisamente troppo poco. L’accesso delle merci, se bloccato, avrebbe un impatto gravissimo sui flussi economici. Se non si depotenzia la crisi mediorientale l’Italia, piattaforma del Sud Europa nel Mediterraneo, può risentirne più di altri”. 

Giovanna Sorrentino

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