Poche piogge e temperature oltre la media stanno arrecando tanti problemi sui campi a semina e a foraggio
Purtroppo uno dei settori una volta fiore all’occhiello del nostro Bel Paese se la sta vedendo davvero brutta. Mentre gli agricoltori protestano in tutto il mondo per rivendicare il proprio diritto a “produrre cibo”, le temperature e la mancanza di piogge abbondanti, complicano ulteriormente le cose e mettono a repentaglio la produttività dei campi coltivati.
La situazione è difficile lungo tutta la Penisola. “Sulle Alpi torinesi manca l’80% della neve necessaria per creare le scorte idriche per consentire alle coltivazioni di crescere mentre in Sicilia le precipitazioni” sottolinea la Coldiretti, “sono state le più scarse da oltre cento anni nel secondo semestre dell’anno secondo il Servizio informativo agrometeorologico regionale”. Situazione che influisce sulla resa delle produzioni: le arance sono più piccole, non riescono infatti a crescere per la mancanza di acqua sufficiente, gli ortaggi “hanno sete” e servono sempre più soldi per acquistare il foraggio per gli animali.
Clima primaverile
Con temperature superiori alla media e poche piogge, si rischia di compromettere le semine di cereali, legumi e ortaggi. La siccità, come spiega l’ ISPRA (Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale) è un fenomeno temporaneo, ma frequente. Il problema è che ha sempre ripercussioni di carattere ambientale, sociale ed economico. Inoltre la gravità dei suoi effetti si valutano anche in base alle diverse componenti del ciclo idrologico che, a loro volta, producono impatti diversi sui sistemi idrici, sulle culture e sui sistemi socio-economici e ambientali. Tutta l’Italia ne risente, da Nord a Sud. Gli invasi della Sicilia, per esempio, al 1 gennaio erano inferiori di ben 63 milioni di metri cubi (-13%) rispetto all’anno precedente ,secondo le analisi Coldiretti sui dati del Dipartimento Regionale dell’Autorità di Bacino del Distretto Idrografico Sicilia. Situazione non facile anche nei bacini in Puglia e in Abruzzo dove non c’è neve. Problemi anche per i laghi nel Lazio e in Umbria e per i fiumi Potenza, Esino, Sentino, Tronto e Nera.
A rischio le coltivazioni
Il problema è un andamento disomogeneo, sia per quel che riguarda la situazione pluviometrica sia per le temperature, esattamente quello che danneggia maggiormente le coltivazioni, prima “stimolate” da temperature miti e poi bloccate dal freddo. Il presidente della Coldiretti Ettore Prandini chiede un impegno alle istituzioni per accompagnare l’innovazione dell’agricoltura e “investimenti per la manutenzione, risparmio, recupero e regimazione delle acque con un sistema diffuso di piccoli invasi che possano raccogliere l’acqua in eccesso per poi distribuirla nel momento del bisogno”.