Il Fisco potrebbe attuare accertamenti sulla dichiarazione ISEE dei contribuenti che percepiscono bonus: cosa accade in caso di dati errati.
L’attestazione ISEE è un documento più importante di quanto si possa immaginare, poiché mediante i dati che noi andiamo a dichiarare, vi è o meno la possibilità di ottenere bonus e sostegni. Tuttavia, sistema che nasce, frode che avanza. Per questo motivo il Fisco ha deciso di attuare eventuali controlli a tampone per verificare la veridicità delle informazioni dichiarate dal contribuente.
Ma cosa accade nel caso in cui l’ISEE si rivela sbagliato? I rischi sono molteplici e per questo è bene agire in tempo nel caso fosse lo stesso contribuente ad accorgersi dell’errore. In questa circostanza le conseguenze potrebbero essere minori, ma tutto dipende dal valore dell’eventuale omissione e dal denaro che è stato erogato dallo stesso ente previdenziale.
In primo luogo è bene sapere che nel caso in cui si ricevono bonus basati su un ISEE non corretto, ci si espone a possibili conseguenze legali. Il codice penale prevede infatti sanzioni per coloro che ottengono indebitamente aiuti pubblici presentando informazioni false o documenti contraffatti.
Nel caso in cui si presenti una richiesta di bonus senza rendersi conto di avere un ISEE errato, la richiesta verrà comunque accettata. L’ente responsabile dell’erogazione dei bonus, infatti, non effettua controlli specifici, ma si basa esclusivamente sul valore dell’ISEE del richiedente. Di conseguenza, il sostegno viene concesso in automatico. Tuttavia, i problemi possono emergere successivamente.
Ma come viene a galla un’incongruenza nella dichiarazione ISEE? I casi sono due: è possibile che il richiedente stesso si accorga dell’errore e decida di correggerlo seguendo le procedure indicate. In alternativa, l’anomalia potrebbe essere rilevata direttamente dall’INPS o dall’Agenzia delle Entrate. In questo caso il bonus verrebbe revocato, ma le conseguenze potrebbero rivelarsi peggiori.
Nel caso ci si accorga dell’errore è dunque fondamentale intervenire tempestivamente al fine di evitare sanzioni. L’ente che ha erogato i bonus può anche richiedere il recupero delle somme indebitamente percepite. Questa, però, sarebbe la migliore delle ipotesi.
Qualora l’importo ricevuto erroneamente superi una certa soglia, si può incorrere in punizioni penali, che potrebbero includere la reclusione fino a tre anni. Entrando nel dettaglio, se l’importo indebitamente ricevuto supera i 3.999,96 euro, si rischia la reclusione, mentre per importi inferiori, si riceverà una sanzione amministrativa tra 5.164 euro e 25.822 euro.
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