La Naspi spetta dopo un lavoro a tempo determinato? Non tutti sanno questa opportunità e perdono tanti soldi, tutti i dettagli.
La Naspi è una prestazione economica che viene fornita dall’Inps ed è riservata a coloro che perdono il lavoro. Le cause sono indipendenti dalla loro volontà, spesso sono decisioni prese dal datore di lavoro. Ma cosa succede dopo un contratto a termine? In questo articolo esploreremo se e quali sono i requisiti e cosa fare per richiedere la Naspi.
Per prima cosa è bene chiarire che cos’è esattamente la Naspi. È una forma di sostegno al reddito per coloro che si trovano senza lavoro per cause indipendenti dalla loro volontà. È stata introdotta nel 2015 per sostituire le vecchie indennità di disoccupazione.
La Naspi spetta dopo un contratto di lavoro a termine: tutti i dettagli
La durata della Naspi varia in base ai contributi versati e al periodo di disoccupazione, ma non supera mai i 24 mesi. Oltre all’assegno economico, offre anche servizi per aiutare a trovare un nuovo impiego. Per richiedere la Naspi, bisogna presentare domanda all’Inps entro 68 giorni dalla fine del rapporto di lavoro.
Si può fare online sul sito dell’Inps o tramite patronati e centri di assistenza fiscale. È necessario allegare la certificazione unica del reddito e la comunicazione di fine rapporto dal datore di lavoro. Chi ha diritto alla Naspi? Coloro che perdono il lavoro per licenziamento, dimissioni per giusta causa, risoluzione consensuale del contratto e altre cause simili.
È richiesto anche un minimo di 13 settimane di contributi nei 4 anni precedenti la disoccupazione e almeno 30 giorni di lavoro nei 12 mesi precedenti. La domanda principale è: la Naspi spetta dopo un contratto a termine? Sì, anche dopo un contratto a termine non rinnovato o non trasformato in un contratto a tempo indeterminato si può avere diritto alla Naspi. Purché si rispettino i requisiti di contributi e giorni lavorati.
Dopo aver inviato la domanda, è importante recarsi entro 15 giorni presso il centro per l’impiego per sottoscrivere il patto di servizio personalizzato. Questo impegna il lavoratore a partecipare a programmi di orientamento e formazione per facilitare il reinserimento nel mondo del lavoro.
È possibile cumulare la Naspi con altri redditi, ma ci sono delle regole da seguire. Ad esempio, si può cumulare con alcuni sussidi per le persone non abbienti o con redditi da lavoro autonomo occasionale o da lavoro dipendente a tempo determinato o part-time, purché non superino determinati limiti.
L’importo della Naspi dipende dalle retribuzioni medie dei precedenti 48 mesi di lavoro. Si calcola il 75% di questa media, con alcune regole per le retribuzioni superiori a un certo importo. La Naspi può essere percepita per un periodo che dipende dai contributi versati nei 4 anni precedenti la disoccupazione, con un minimo di 4 mesi e un massimo di 24 mesi.