La carriera lavorativa prevede anche di ottenere aumenti di stipendio: ecco come il lavoratore può esercitare questo diritto
Intraprendere una carriera lavorativa prevede una sorta di percorso che, anno dopo anno, diventa sempre più vantaggioso per il lavoratore in virtù dell’esperienza acquisita e delle conseguenze che ne derivano sul piano economico.
Se però per un lungo periodo di tempo si continua a ricevere il medesimo stipendio senza che siano stati previsti aumenti di alcun tipo, viene lecito domandarsi se il datore di lavoro abbia il diritto di farlo o se, al contrario, sia tenuto ad incrementare la busta paga. Ecco che cosa prevedono le normative in tal senso e quando l’aumento deve essere corrisposto.
Aumenti in busta paga, cosa prevede la legge?
Iniziamo col dire che vi è un elemento che più di tutti va a determinare gli aumenti di stipendio considerati obbligatori e si tratta dello scatto di anzianità. Chiaramente sono i singoli contratti collettivi nazionali a disciplinarlo sulla base del tipo di lavoro ma in linea di massima la legge e i contratti stessi stabiliscono che il lavoratore abbia diritto a ricevere un incremento dello stipendio pertanto ricevere un importo ‘fisso’ per periodi di tempo molto lunghi potrebbe essere indicatore di un problema da risolvere.
Accanto agli scatti di anzianità è presente inoltre un’altra regola sulla base della quale il titolare dell’azienda è tenuto, nel caso in cui il dipendente aumenti di livello, a riconoscere un ulteriore incremento di stipendio. Anche se non è previsto per legge che il datore di lavoro sia obbligato dopo un determinato periodo di tempo a promuovere un dipendente. Egli ha, in ogni caso, la facoltà di decidere in ogni momento se e di quanto aumentare lo stipendio, solitamente qualora il dipendente raggiunga determinati traguardi e tenendo conto anche dell’incremento del costo della vita e della perdita del potere di acquisto dello stipendio.
Tornando agli scatti di anzianità, essi come dicevamo sono previsti dai contratti collettivi e riguardano gli aumenti di stipendio in relazione agli anni di servizio del lavoratore dipendente. Si tratta pertanto di un diritto riconosciuto ad ogni lavoratore: ciò che varia, in base al tipo di attività, sono gli anni in cui tali scatti sono previsti. In alcuni casi ad esempio, lo scatto è previsto ogni due anni mentre in altri casi occorre aspettare fino a cinque anni prima di ottenere l’incremento della retribuzione.