Un fenomeno, per cosi dire, dei nostri tempi. Società di recupero crediti spesso pronte a tutto pur di avere ragione. Come difendersi.
Una realtà cresciuta negli anni, da qualcosa che prima, forse, nemmeno si poteva immaginare possibile. La diffusione delle agenzie di recupero crediti nel corso dei decenni passati ha avuto un impatto sulla nostra società, sul nostro quotidiano assolutamente imprevedibile. A colpire, a sfiancare, in un certo senso gli utenti stessi, i cittadini insomma, non è sempre l’idea di dover pagare i propri debiti, dovere sacrosanto, ma è più che altro l’atteggiamento stesso di queste piccole ma complessissime realtà.
Proprio il comportamento di queste specifiche aziende, nel corso degli anni è diventato una sorta di marchio di fabbrica. Il continuo contatto con gli stessi debitori, spesso anche per importi esigui, ma comunque, giustamente da saldare prima possibile, ma non solo. Cittadini, insomma, spesso portati alla più totale esasperazione, anche nei casi, certo rari, in cui, per esempio, la certificazione di un debito, da parte dell’agenzia di turno, non è altro che il frutto di un errore di comunicazione con il soggetto creditore.
Le società di recupero crediti non possono trattarvi così: tutte le informazioni utili ai cittadini
In alcuni casi specifici, però, l’atteggiamento delle agenzie di recupero crediti potrebbe essere definito sbagliato, a tutti gli effetti. Uno degli esempi più calzanti può essere quello riferito al mutuo, al momento in cui non si riesce a rispettare le rate mensili del finanziamento ricevuto. Nel caso in cui, per esempio, il creditore sia già passato alle fasi di vera e propria espropriazione, con continui tentativi di contatto da parte delle agenzie stesse di recupero crediti, lo stesso finanziamento è ormai da considerarsi tecnicamente “cartolarizzato”.
In pratica, lo stesso ente creditore prevede una permeante difficoltà per quel che riguarda la possibilità di un rimborso della somma anticipata. In quel caso, infatti, è possibile che l’agenzia di recupero crediti possa aver acquistato lo stesso credito a un prezzo letteralmente stracciato e che a quel punto possa partire un vero e proprio assalto al debitore nel tentativo di recuperare quanto più possibile da quella specifica, ipotetica quota iniziale.
Nel caso in cui, coloro che vanno a contattare i debitori fanno riferimento alle classiche società di servicing, il discorso cambia del tutto. Il motivo è molto semplice, cosi come stabilito, infatti dall’art. 106 del Testo Unico Bancario, i servizi di riscossione dei crediti e dei servizi di cassa a pagamento “possono essere svolti solo da banche o intermediari iscritti nell’apposito albo”, condizione quest’ultima, assolutamente necessaria e obbligatoria.
Una recente sentenza del Tribunale di Termini Imerese, a tal proposito ha affrontato il tema in questione deliberando a favore di un debitore che aveva denunciato l’aggressività della stessa società che in modo più che mai assiduo lo cercò per il saldo della pendenza. La condizione, non in regola, della stessa società di servicing, ha portato alla sospensione della stessa procedura di espropriazione. Provare a smorzare le tensioni, in un certo senso, insomma è possibile. Necessario è indagare sulla corretta “natura” della stessa società di recupero crediti.