Le regole sul licenziamento e sulle dimissioni sono molto precise e vanno rispettate affinché siano valide ed effettive.
Non tutti lo immaginano, ma quando si parla di licenziamento spesso si incorre in errori che non solo possono rendere nulla la condizione ma anche quindi bloccare l’accesso ad eventuali bonus legati alla nuova condizione.
La normativa nel tempo è cambiata e molti ignorano quali siano le procedure obbligatorie da dover seguire per non cadere in errore.
Licenziamento e dimissioni, cosa dice la legge
Il licenziamento, secondo quanto stabilito dalla Cassazione prima del Jobs Act, soprattutto se avvenuto in forma orale, deve essere onere del lavoratore. Quindi era quest’ultimo a doversi preoccupare di fornire la prova dello stesso. Altrimenti il rischio è che, pur essendo stati cacciati, risultano dimissioni volontarie, perdendo il sussidio per la disoccupazione.
La questione è nata proprio su come potrebbe un dipendente dimostrare tutto questo. Non è detto, infatti, che ci siano prove o che qualcuno voglia testimoniare. Le cose sono cambiate poi con il Jobs Act, che ha previsto le dimissioni o la risoluzione del rapporto di lavoro obbligatoriamente in forma scritta, con una comunicazione che deve pervenire all’INPS. In questo modo non si genera più confusione, non ci sono più rischi e solo quando questa viene effettivamente inviata c’è la sua esecuzione. Se il datore di lavoro si esprime a parole o se il lavoratore non lo mette per iscritto, semplicemente non vale.
Ovviamente la procedura è molto più sicura oggi perché non si devono procacciare prove di un licenziamento, cosa che negli anni ha causato molti problemi soprattutto quando il datore non era onesto. Attenzione però, se un lavoratore che non presenta la documentazione non va a lavoro, si assenta in modo ingiustificato può incorrere in sanzioni. Se si è certi della propria decisione quindi bisogna subito inviare tutta la documentazione. Laddove ci sia poi un buon rapporto con il titolare si può anticipare la questione verbalmente ma questa è più una situazione sociale che legale.
Anche se questi dovesse dire che non è necessario inviare alcun documento, non è vero. Il rischio dopo è essere assenti ingiustificati e poter mettere a rischio anche eventuali benefici o supporti al reddito. La linea da seguire è molto chiara e il tutto va fatto passando per l’INPS. In caso di problemi si può chiedere assistenza ad un CAF territoriale ma non affidarsi solo alle parole perché oggi, come stabilito dalla legge, non bastano.