Le regole bancarie sono chiare e non ammettono ignoranza: in qualche caso ritirare denaro dal conto può rivelarsi deleterio.
Al giorno d’oggi è quasi impossibile non disporre di un conto corrente. Questo è necessario nel caso si percepisca uno stipendio o una pensione, nonché si voglia avere un luogo per mettere da parte i propri risparmi. In quest’ultimo caso vi sono alternative come libretti e buoni fruttiferi; ma questo poco importa. Nel momento in cui si decide di avere un qualsiasi rapporto con una banca, è necessario seguire alcune regole volte a preservare il denaro depositato.
Ovviamente, ognuno ha la libertà di prelevare e inserire denaro sul proprio conto (non oltre alcuni limiti di prelievo massimo giornaliero), ma è bene sapere che queste operazioni vengono sempre tracciate e controllate dal Fisco. Se da una parte non si hanno particolari problemi nello svolgere operazioni sul proprio conto, la questione può diventare più complessa quando il conto risulta cointestato.
Conto cointestato: attenzione a questa operazione bancaria
Come suggerisce il nome stesso, il conto cointestato è quello in cui i titolari sono almeno due soggetti, spesso familiari o coniugi. Tuttavia, quando una persona muore, si apre il complesso processo della successione, che include l’accettazione dell’eredità e la gestione dei debiti lasciati dal defunto. Spesso capita che, prima che la banca sia informata del decesso, un cointestatario del conto bancario o un familiare autorizzato possa effettuare prelievi.
I motivi più comuni sono quelli legati alle spese immediate, come quelle funerarie o domestiche. Tuttavia, è bene sapere che prelevare dal conto di un defunto prima che la banca sia ufficialmente informata della sua morte comporta implicazioni giuridiche.
In questo contesto, il prelievo dal conto corrente del defunto viene considerato un atto di accettazione tacita dell’eredità. Chi preleva diventa quindi un erede ‘puro e semplice’ in maniera automatica, ma assume anche la responsabilità dei debiti ereditari in proporzione alla sua quota. L’accettazione stessa, per giunta, è irrevocabile.
C’è solo una breve ‘scappatoia’: se il prelievo è stato effettuato per spese urgenti e necessarie, come quelle funerarie, l’autore del prelievo deve giustificare l’utilizzo per assicurare la trasparenza nell’uso dei fondi. C’è da precisare che il cointestatario del conto ha il potere di prelevare qualsiasi somma senza limiti, ma è comunque tenuto a restituire agli altri eredi la parte del conto in successione.
Se ciò non avviene o il prelievo sia stato compiuto in modo fraudolento o con intenti illeciti, c’è la possibilità che la pena sfoci in reclusione. Tuttavia, è più probabile che le conseguenze siano di natura civile piuttosto che penale. Ad esempio, l’autore del prelievo potrebbe essere soggetto a richieste di restituzione dei fondi da parte degli altri eredi.