Con l’approvazione della Direttiva “Case Green” in tanti si chiedono: chi pagherà gli interventi di ammodernamento?
Il 12 marzo 2024, il Parlamento Europeo ha approvato la direttiva “Case Green”, un’iniziativa volta a migliorare il parco immobiliare esistente con l’obiettivo di ridurre l’impatto dello spreco energetico sull’intero continente. Questa direttiva prevede interventi edilizi che includono anche l’aggiornamento degli impianti di riscaldamento delle abitazioni. Ma come si possono adeguare le nostre case alle nuove norme?
Uno degli obiettivi principali dell’UE è la riduzione del consumo energetico e l’aumento dell’uso di energie rinnovabili, in particolare solare, al fine di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e dalle importazioni. La direttiva “Case Green” mira a promuovere il rinnovamento energetico delle abitazoni e degli edifici non residenziali.
Sottolineando che migliorare l’efficienza energetica attraverso ristrutturazioni profonde porterà benefici significativi dal punto di vista sociale, economico e ambientale. Inoltre, l’efficienza energetica è considerata il metodo più sicuro ed efficiente in termini di costi per ridurre la dipendenza energetica dell’Unione Europea e mitigare l’impatto dei prezzi energetici elevati. Gli investimenti nell’efficienza energetica dovrebbero essere una priorità sia per il settore pubblico che per quello privato.
Direttiva “Case Green”: chi paga gli adeguamenti?
Attualmente, gli edifici esistenti, sia residenziali che non residenziali, rappresentano il 40% del consumo finale di energia nell’Unione Europea e il 36% delle emissioni di gas serra associate all’energia. Il 75% di questi edifici è ancora inefficiente dal punto di vista energetico. Il gas naturale è il combustibile più utilizzato per il riscaldamento domestico (circa il 42% del totale dell’energia utilizzata per questo scopo), seguito dal petrolio (14%) e dal carbone (3%).
Tuttavia, molti si chiedono chi sarà responsabile delle spese per la ristrutturazione delle case in seguito alla direttiva “Case Green”. Gli Stati membri dovranno recepire la direttiva entro 24 mesi dalla sua entrata in vigore e predisporre un quadro normativo, finanziario e consultivo per sostenere le ristrutturazioni edilizie. Si presterà particolare attenzione alle famiglie vulnerabili e a medio reddito, che spesso vivono in edifici con prestazioni energetiche inferiori.
Riguardo ai lavori sugli impianti di riscaldamento degli edifici, la direttiva indica alcuni interventi esemplificativi, tra cui la sostituzione o l’ammodernamento del generatore di calore, l’isolamento delle tubature e l’aggiornamento dei sistemi di pompaggio. Tuttavia, la sostituzione o l’ammodernamento di singoli elementi che non coinvolgono il generatore di calore non dovrebbero essere considerati una ristrutturazione dell’impianto di riscaldamento, poiché sono indipendenti dalla fonte di energia utilizzata.