La problematica sempre più frequente che riguarda da vicino gli italiani. Le monete da 1 centesimo e i rifiuti dei commercianti.
Da poco più di vent’anni, l’euro ha letteralmente rivoluzionato le abitudini degli italiani e non solo. Il passaggio dalla vecchia lira alla nuova moneta comunitaria non è certo stato indolore. Abituarsi alla nuova concezione dei centesimi, avere in mente il cambio tra le due valute e quant’altro non ha rappresentato il più agevole dei processi.
Oggi, dopo anni dall’entrata in circolazione dell’euro, in molti casi proprio i piccolissimi centesimi possono rappresentare per non pochi cittadini una problematica abbastanza fastidiosa.
Tutto nasce dalla modalità di gestione che nel corso degli anni si è avuta nei confronti delle monete dal taglio più piccolo, quelle da 1 e 2 centesimi. Quello che è successo, insomma, ha fatto in modo che i due tagli citati venissero considerati sempre meno, anno dopo anno. La conseguenza inaspettata ha tradotto il tutto in un rifiuto sempre più diffuso da parte dei vari commercianti nell’accettare queste due monete per i vari pagamenti, chiaramente con le relative proteste degli stessi cittadini.
I commercianti insomma non accettano sempre le monete da 1 o 2 centesimi e di conseguenza i cittadini, di fronte a rifiuti sempre più numerosi iniziano a protestare. Proprio in merito alla questione citata, il presidente di Consumatori.it, Massimiliano Dona, ha provato a dare una lettura dettagliata di quella che dovrebbe essere la realtà dei fatti rispetto a questa spiacevole situazione. Il D.L. 24 aprile 2017, n. 50, ha spiegato Dona, ha stabilito dal 1° gennaio 2018 la sospensione del conio di monete dal valore di 1 o 2 centesimi.
In questi casi, di conseguenza si è iniziato ad arrotondare per eccesso o per difetto ogni prezzo di qualsiasi articolo per evitare di proporre prezzi comprendenti la necessità di elargire proprio monete dal taglio in questione. Ciò nonostante, però, la legge non dice che non si possono raggiungere specifici importi utilizzando tagli da 1 o 2 centesimi e di conseguenza il rifiuto da parte dei commercianti rappresenta in tutto e per tutto un illecito nei confronti degli stessi consumatori.
Il valore economico delle monete, nonostante lo stop al conio è più che mai reale e di conseguenza gli stessi negozianti hanno l’obbligo di accettarne la presenza, per cosi dire, e considerarle al pari delle altre monete attualmente in circolazione. Un tentativo maldestro, si potrebbe dire, di evitare piccoli tagli. Tentativo, però, non consentito affatto dalla legge.
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