I lavoratori che rassegnano le dimissioni lasciando il proprio impiego possono chiedere la Naspi? Cosa dice la normativa sull’indennità di disoccupazione.
Da quasi 10 anni, la Naspi (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego), introdotta con il decreto legislativo 4 marzo 2015 n. 22, ha sostituito le precedenti prestazioni di disoccupazione che erano vigenti nel nostro Paese.
L’indennità mensile di disoccupazione è rivolta ai lavoratori, con precedente contratto subordinato, che hanno perso involontariamente il lavoro. In molti si chiedono se l’indennità possa essere richiesta anche da coloro i quali hanno presentato le dimissioni lasciando il loro impiego. A chiarire la questione una circolare dell’Inps, pubblicata sul proprio sito. Vediamo, dunque, quali sono le norme in merito.
La Naspi è l’indennità di disoccupazione che spetta ai lavoratori con rapporto di lavoro subordinato che hanno perduto involontariamente l’impiego. Per ricevere l’indennità deve essere presentata domanda all’Inps in via telematica, attraverso il portale dell’istituto di previdenza sociale, o rivolgendosi ad un patronato entro e non oltre 68 giorni dalla cessazione dell’occupazione.
Per quanto riguarda un lavoratore che rassegna le dimissioni, l’Inps chiarisce che, se queste vengono presentate per giusta causa, si ha diritto alla Naspi. Per dimissioni per giusta causa si intende, la cessazione del rapporto lavorativo che non sia riconducibile alla libera scelta del lavoratore, ma sia stato indotto da comportamento altrui che implicano la non proseguibilità del rapporto lavorativo. Rientrano nelle dimissioni per giusta causa i seguenti casi: il mancato pagamento dei salari per tre mesi o dei contributi previdenziali; mobbing, molestie o demansionamento senza alcuna ragione e, infine, trasferimento in altra sede in mancanza di ragioni tecniche o organizzative.
Una volta rassegnate le dimissioni per giusta causa, entro 68 giorni, il lavoratore dovrà presentare domanda per la Naspi dimostrando le motivazioni che lo hanno spinto a lasciare l’impiego. Questo può avvenire fornendo documenti, registrazioni, testimonianze o fotografie che in qualche modo provino le cause delle dimissioni.
In alcuni casi, tra quelli previsti, come ad esempio per mobbing, il lavoratore può anche fare richiesta di risarcimento del danno per quanto accaduto.
Per le dimissioni per giusta causa, il calcolo e la durata della Naspi non subiscono variazioni ed il richiedente riceverà l’indennità mensilmente per un numero di settimane pari alla metà di quelle contributive presenti negli ultimi quattro anni ed un importo pari al 75% della retribuzione media mensile sempre degli ultimi quattro anni.
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