Avere un aumento di stipendio per un lavoratore dipendente è difficile? Adesso puoi chiedere al tuo datore di lavoro dei bonus che potrebbero facilitarti la vita, e le spese
In questo periodo di crisi economica e di forte inflazione, avere dei soldi in più in tasca fa sempre comodo. Non sempre, però, i datori di lavoro sono disposti a concedere un aumento di stipendio ai propri dipendenti, e quindi ecco vengono in soccorso, in un certo senso, i bonus che si possono richiedere per facilitare la vita. Devono essere, ovviamente, approvati dall’azienda che li eroga, ma tentare non nuoce, anzi.
Il primo bonus, che rientra tra i fringe benefit, ovvero una forma di compenso supplementare non monetario offerto ai dipendenti che non vengono tassati, è quello che riguarda le bollette. Considerato l’aumento di luce, gas e acqua degli ultimi anni, ai più meritevoli, l’azienda può erogare dei soldi che coprano i costi, ma a determinate condizioni. Il primo è che vengano presentato le bollette per le quali è riconosciuto il rimborso o al massimo un’autocertificazione in cui indicare gli estremi delle stesse. Per chi non ha figli, l’importo non va oltre i 1000 euro, per chi invece li ha si può arrivare a 2000 euro. Ma non è il solo.
Quali bonus puoi richiedere al tuo datore di lavoro: dalle bollette all’affitto
Un altro aiuto che si può pensare di chiedere all’azienda è quello che riguarda il pagamento dell’affitto o del mutuo per la casa. Sfruttando il regime fiscale particolarmente conveniente che permette di non tassare le somme erogate, i dipendenti potrebbero essere sgravati da parte del costo nella stessa misura rispetto al bonus per le bollette, e quindi 1000 euro per chi non ha figli, 2000 per chi li ha. Tra i fringe benefit, però, rientrano anche i buoni acquisto, ma anche la concessione dell’auto aziendale o addirittura un alloggio gratuito.
Quanto a quelli che, invece, vengono tassati (anche se in minima parte), ci sono i premi di produttività, che in alcuni casi sono obbligatori se inseriti nel contratto. Per quanto riguarda la tassazione, nel 2024, così com’era stato l’anno scorso, la cedolare secca è ridotta al 5% entro una soglia di 3000 euro, aumentata al 10% nei casi in cui si dovesse superarla.
Poi, sì, c’è il bonus mamma. In questo caso, ci devono essere delle particolari condizioni. Innanzitutto chi lo richiede deve avere almeno due figli, uno dei quali deve avere meno di dieci anni – salgono a 18 anni se i figli sono tre -, e si deve presentare il codice fiscale di questi. L’aiuto, in busta paga, avrà un limite di 3000 euro annui.