Manca ormai poco all’emissione dei rimborsi per le pensioni di reversibilità: ecco a quanto ammonteranno e chi saranno i beneficiari.
Chi riceve una pensione di reversibilità sa bene come funziona il meccanismo secondo il quale questa viene emessa: altro non è che la pensione precedentemente percepita dal coniuge, ora defunto, che per diritto passa al coniuge superstite o ai figli della coppia. Tuttavia se quest’ultimo ha un reddito da lavoro, la pensione di reversibilità viene diminuita in percentuale al reddito percepito. In poche parole, chi continua a lavorare percepirà sì la pensione di reversibilità, ma in modo proporzionale ai propri guadagni. Tuttavia questa regola è stata da poco modificata.
Secondo la Corte Suprema di Cassazione la decurtazione dell’importo della pensione di reversibilità è un atto incostituzionale. Così il dito è subito stato puntato contro l’Inps, che ha attuato questa regola negli ultimi anni. Adesso l’istituto previdenziale sarà costretto a rimborsare i percettori di pensione di reversibilità di quelle somme tagliate nel corso del tempo. Se negli ultimi 5 anni si ha avuto diritto a questo strumento previdenziale ma l’importo è stato ridotto dall’Inps adesso si ha diritto al rimborso totale degli arretrati. Come fare, a questo punto, a richiedere il rimborso?
Pensione di reversibilità: arrivano i rimborsi delle cifre impropriamente trattenute
Intanto è necessario un pre-requisito, ovvero bisogna aver subito una riduzione della pensione di reversibilità tra il 2019 e il 2023. L’Inps ha infatti deciso di riconoscere il conguaglio degli arretrati soltanto a chi ha subito l’ingiustizia negli ultimi 5 anni. I tagli sono stati effettuati sui cittadini che possiedono un reddito superiore a 4 volte il trattamento minimo e che non fanno parte di nuclei familiari con minori, studenti o disabili a carico.
Come sappiamo il trattamento minimo viene modificato ogni anno, per cui rientrano nella lista dei beneficiari del rimborso tutti coloro che hanno percepito un reddito tra i 20mila e i 21mila euro tra il 2019 e il 2023. Oltre al conguaglio di quanto illegalmente trattenuto dei percettori, l’Inps aggiungerà alla cifra anche interessi e rivalutazione.
L’istituto ha anche dichiarato che non sarà necessario presentare alcuna domanda e che provvederà in autonomia all’individuazione dei soggetti interessati e al ricalcolo degli arretrati a loro spettanti. Ad ogni modo è sempre bene effettuare un controllo sulla propria situazione pensionistica e reddituale per far sì che non sussistano altri errori di calcolo.