Pensioni, c’è la soluzione della pace contributiva

Arriva la pace contributiva a salvare la pensione di migliaia di lavoratori a rischio. Vediamo come funziona e cosa bisogna fare.

Non arrivi alla soglia contributiva minima utile per lasciare il lavoro e andare in pensione? Non ti preoccupare: non dovrai continuare a timbrare il cartellino ad oltranza. Arriva la pace contributiva a salvarti. Però, per fruirne, dovrai fare una certa cosa.

arriva la pace contributiva
Subito in pensione grazie alla pace contributiva/Cityrumors.it

Nel nostro paese – specialmente dal 1996 in avanti – il fattore più importante quando si parla di pensione non è l’età e non è nemmeno lo stipendio che si percepisce. No, il fattore determinante sono i contributi. Senza contributi a sufficienza non solo avrai una pensione bassissima ma non potrai neppure accedere alla pensione.

Alcune misure non hanno il requisito anagrafico: con Quota 41 o con la pensione anticipata ordinaria, ad esempio, puoi andare in pensione a qualunque età. Ma non esiste misura che non tenga conto dei contributi. Chi ne ha pochissimi o non ne ha affatto, in situazioni di estremo bisogno, potrà al massimo ricevere l’assegno sociale il cui importo, però, supera di poco i 500 euro al mese.

Il Governo di Giorgia Meloni ha riconfermato, per il 2024 e per il 2025, la pace contributiva: una soluzione che salverà migliaia di lavoratori. Grazie ad essa, infatti, raggiungere i contributi necessari per la pensione, non sarà più un problema. Ma attenzione: bisogna fare una determinata cosa.

Pensione contributiva: così puoi lasciare subito il lavoro

I contributi non sono abbastanza per andare in pensione anche se hai già raggiunto l’età? Non ti preoccupare: non dovrai ripiegare sull’assegno sociale e non dovrai neppure continuare a lavorare se non vuoi. La pace contributiva ti permette di andare subito in pensione.

come funziona la pace contributiva
Ecco cosa devi fare per beneficiare della pace contributiva/Cityrumors.it

Come anticipato i contributi sono importanti per due motivi: per poter accedere alla pensione e per l’importo dell’assegno previdenziale che andremo a ricevere. Infatti, dal 1996 in avanti, le pensioni vengono calcolate con il sistema contributivo. Questo metodo, in pratica, moltiplica i contributi versati durante l’arco della carriera per un coefficiente di trasformazione. Avere pochi contributi, quindi, implica avere un assegno pensionistico basso.

Inoltre anche se hai già 67 anni ma non hai ancora 20 anni di contributi, non potrai andare in pensione. Ecco, allora, che arriva la pace contributiva in tuo soccorso. Se hai dei vuoti contributivi dovuti a periodi di lavoro all’estero non riconosciuti in Italia o a periodi di congedo o a periodi di disoccupazione non indennizzati, puoi recuperarli.

Per recuperare questi “buchi” con la pace contributiva dovrai fare una sola cosa: pagare di tasca tua. Il pagamento può avvenire in un’unica soluzione oppure puoi diluirlo fino ad un massimo di 120 rate il cui importo deve essere almeno di 30 euro ciascuna. I 5 anni di vuoti contributivi non devono essere necessariamente consecutivi ma devono essere necessariamente tutti a partire dal 1996.

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