Le indicazioni date dall’Inps sono molto chiare: i dati devono essere comunicati entro il prossimo 15 settembre altrimenti si rischia grosso.
Il conto alla rovescia è pronto ad entrare nel vivo. I pensionati italiani hanno circa 90 giorni per rispettare le indicazioni dell’Inps e non incappare in una brutta notizia. Come riferito dall’Inps, entro il 15 settembre dovranno essere comunicati tutti i dati necessari per ricostruire la pensione resa necessaria dalla mancata comunicazione dei redditi del nucleo familiare.
Una scadenza da rispettare per non dover fare i conti con una sanzione sicuramente molto dura. Per questo motivo nei prossimi giorni i pensionati italiani dovranno mettersi al lavoro per comunicare tutti i dati necessari all’Istituto e, quindi, evitare una decisione destinata sicuramente a condizionare la propria vita.
I dati dovranno essere comunicati entro il 15 settembre. In caso di mancato rispetto di questa data, l’Inps provvederà alla revoca definitiva della pensione. Naturalmente non è una norma che vale per tutti, ma solamente per alcune categorie che andiamo a vedere meglio quali sono.
Gli italiani che potrebbero non ricevere la pensione sono tutti coloro che hanno l’obbligo di riferire i propri redditi all’Istituto. Per questo motivo sono esclusi coloro che ormai regolarmente presentano la dichiarazione dei redditi all’Agenzia delle Entrate perché l’Inps ha l’accesso alle banche del Fisco.
E, quindi, nelle categorie a rischio troviamo coloro che ricevono prestazioni pensionistiche legate all’invalidità oppure quelle integrate al minimo o ancora collegate ai redditi. Ma in questa lista sono presenti anche l’assegno e la pensione sociale. Sono queste le persone che devono rispettare la data per non rischiare di vedere definitivamente cancellato la pensione almeno per un anno.
La revoca funziona in maniera molto semplice. Solitamente il termine per comunicare tutti i dati all’Inps è fissato al 28 febbraio, ma i pensionati hanno la possibilità di poter contare su qualche mese in più per chiarire la propria posizione. Se questa, però, non viene fatta entro il 15 settembre scatta la revoca.
Una data, quindi, da rispettare assolutamente per non incappare in una sanzione che potrebbe condizionare la vita della persona e della sua famiglia almeno per un anno.
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