La Manovra Finanziaria porterà delle novità per le pensioni non solo in vista del prossimo anno, ma anche del 2030
Nella Legge di Bilancio prevista per il nuovo anno ci sono delle novità che riguardano anche il sistema pensionistico. In particolar modo, tra gli emendamenti che sono stati proposti per il 2025 ce ne sono anche alcuni che riguardano l’età in cui i lavoratori possono andare in pensione, anche anticipatamente rispetto a quanto previsto.
Una serie di norme che hanno come obiettivo quello di andare incontro ai dipendenti, offrendogli la possibilità di liberarsi dai carichi del lavoro e iniziare una nuova pagina della loro vita, nel corso della quale godersi il meritato riposo dopo anni di lavoro. In questo senso le novità sono molte, come i requisiti che sarà necessario rispettare per poter beneficiare di questo sconto.
Il provvedimento a cui fare riferimento nelle prossime righe, infatti, non è destinato a tutti, ma solamente a chi è certo di poter rientrare in una specifica categoria di lavoratori. Categoria che viene selezionata in base a numerose indicazioni che nel corso del prossimo anno subiranno delle modifiche.
Andiamo quindi a scoprire tutti i requisiti necessari per essere beneficiari di questa novità, entrando nel dettaglio e capendo come si potrà mettere da parte la propria vita lavorativa, per godersi la meritata pensione, anche in anticipo rispetto agli altri.
Come riporta ilgiornale.it, questa manovra si rivolge a tutti quei lavoratori che hanno iniziato a versare contributi dal 1996, ma che sono anche iscritti a forme di previdenza complementare. Sommando la pensione obbligatoria con la rendita maturata attraverso il fondo pensione, questi dal 2025 potranno ottenere il pensionamento anticipato.
Sono state però introdotte anche due misure restrittive. La prima prevede che gli anni di contributi richiesti gradualmente aumenteranno dai 20 precedenti ai 25 previsti per il nuovo anno. Non solo, questi raggiungeranno perfino i 30 anni entro il 2030, con un aumento annuale.
Inoltre, la soglia dell’importo passerà da 3 a 3,2 volte l’assegno sociale, che corrisponde a 1.708 euro mensili a partire, però, dal 2030. Queste misure verranno anche a tutti coloro che non usufruiscono della rendita integrativa, andando in questo modo ad ampliare l’impatto della norma. Chi non dispone di un fondo pensione potrà andare ottenere il pensionamento a 64 anni basandosi sulle regole oggi in vigore.
Un’ultima novità, per concludere, riguarda invece il divieto di cumulare la pensione anticipata con redditi da lavoro autonomo o dipendente. A questi fanno eccezione solamente quelli occasionali che arrivano fino a 5.000 euro lordi ogni anno. L’obiettivo di questo emendamento è quello di bilanciare da una parte la flessibilità del pensionamento anticipato, dall’altra la sostenibilità del sistema previdenziale italiano.
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