Quota 41 è prevista anche nella Legge di Bilancio del 2025 e permetterà a chi ne ha bisogno di andare in pensione anticipatamente
Quando parliamo di Quota 41 facciamo riferimento a una misura del sistema previdenziale italiano che permette a tutti i lavoratori di godere della pensione anticipata una volta che hanno raggiunto i 41 anni di contributi previdenziali. Questo indipendentemente dall’età anagrafica, ma solo a patto che vengano rispettati alcuni requisiti specifici.
Viene riservata a quelli che sono definiti i lavoratori precoci, termine che indica tutti coloro i quali che prima di aver compiuto 19 anni di età sono riusciti già maturare 12 mesi di contributi tramite periodi lavorativi che non devono essere obbligatoriamente continuativi. L’importante è che questo anno di contributi sia caratterizzato da un lavoro effettivo.
Una possibilità che è stata confermata anche nella Legge di Bilancio del 2025, seppur limitata appunto a quelli che sono definiti lavoratori precoci. Quota 41 è strutturale questo significa che non serve il rinnovo ogni anno. Va evidenziato, però, che questa riforma è tutt’altro che scontata.
Nel corso degli anni, infatti, è destinata a sparire perché tra i requisiti essenziali all’accesso c’è il possesso di almeno un contributo settimanale versato nel regime retributivo, quindi antecedente al 31 dicembre 1995. Questo, però, è solo uno dei requisiti necessari e che servono per potere beneficiare di questo ‘sconto’ pensionistico. Andiamo a scoprire tutti i requisiti e le scadenze.
Requisiti e scadenze
Entrando nel dettaglio i requisiti di Quota 41 sono molteplici e possono essere riassunti in questo modo, possono accedere tutti coloro che: sono in stato di disoccupazione per la cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale, questi devono però aver concluso integralmente anche la prestazione per la disoccupazione che spettava a loro da almeno 3 mesi;
assistono, al momento della richiesta e da almeno 6 mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità; che possiedano capacità lavorativa ridotta, accertata come invalidità civile, superiore o uguale al 74%; lavoratori dipendenti che svolgono da almeno 6 anni all’interno degli ultimi 7 attività lavorative gravose; lavoratori dipendenti addetti alle attività usuranti o ai lavoratori notturni con almeno 64 notti lavorate l’anno.
Per ottenere Quota 41 è necessario fare domanda tramite modalità telematica entro il primo giorno di marzo di ogni mese. I termini del 2024 sono quindi scaduti, ma è ancora possibile farlo in vista del 2025. Un’unica eccezione è rappresentata abbiano delle risorse residue rispetto a quanto stanziato per il 2024.
Queste dovranno però essere accolte nelle domande presentate entro il 30 novembre prossimo. Se si rientra in questi requisiti, dunque, c’è la possibilità di formalizzare la domanda e chiedere Quota 41, così da poter entrare in pensione con qualche anno di anticipo.