Sposarsi senza un accordo prematrimoniale può rivelarsi un errore, soprattutto in determinati casi quando ci sono rischi importanti.
Il matrimonio è un passo importante per la coppia, un momento di vita in cui si uniscono le due persone ma anche i loro beni e quindi tutto ciò che riguarda la sfera economica. Ovviamente bisogna considerare questo aspetto e non soltanto quello che è il fattore relazionale, poiché ci sono dettagli che potrebbero, laddove la storia d’amore non andasse per il meglio, rivelarsi dopo un problema enorme da gestire.
Molto spesso non ci si penda e quando poi si deve fronteggiare l’accadimento sorgono i problemi. Risulta importante considerare un dettaglio importante, se ci si sposa senza accordi ci sono due possibilità: la condivisione dei beni e quindi l’unione di tutto e la separazione dei beni e quindi una divisione netta. Questo vale comunque per quanto riguarda i beni nel matrimonio, quindi ciò che viene acquistato, maturato, ottenuto dopo il sì.
Ognuno deve considerare il proprio patrimonio e i propri interessi, tutelando la persona in caso di scioglimento del matrimonio. Questo non vale, come si potrebbe invece immaginare, solo per chi ha capitali enormi, beni, imprese. Il contratto prima del matrimonio serve a tutelare tutto ciò che ne verrà quindi anche quello che sarà in corso d’opera.
Nessuno può prevedere l’andamento della relazione, questo vale sia per quanto riguarda l’aspetto finanziario ma anche sentimentale ed è per questo che una forma di tutela sia per i beni esistenti che per quelli che potrebbero venire non è solo di fondamentale importanza ma essenziale per tutti.
Quando si sigla un accordo prima del matrimonio si definiscono le conseguenze legali ed economiche che possono subentrare laddove scatti la separazione o il divorzio. All’estero sono molto diffusi, in Italia molto poco, il massimo è optare per separazione o comunione dei beni. Secondo il Codice Civile la validità di questi è comunque limitata, il matrimonio infatti è un’istituzione che ha diritti e doveri a cui tutti devono rispondere.
Secondo l’articolo 143 e correlati infatti la divisione dei beni e la contribuzione al bilancio familiare è tra i bisogni della famiglia stessa. Questo vuol dire che, stipulando un patto in cui figurino dettagli che sono contrari al principio stesso del matrimonio, non è detto che vi sia reale applicabilità dello stesso dopo le nozze.
In generale con questo documento si determinano le divisioni di beni, mantenimento ecc. in Italia alcuni sono legali altri no, ad esempio ci si può accordare per quanto riguarda gli investimenti, ma ovviamente questi non possono mai andare a valicare quelli che sono i diritti inderogabili. Viene riconosciuto il principio dell’autonomia privata e del diritto patrimoniale, quindi di base si può scegliere come gestire i propri beni.
Per redigere un contratto bisogna seguire la forma giuridica, si può fare una scrittura privata con accordo legale oppure andare direttamente da un notaio. Per evitare però di spendere cifre importanti per un accordo che potrebbe rivelarsi nullo è essenziale capire bene cosa si può andare a sottoscrivere e cosa invece, a conti fatti, risulterebbe del tutto inutile.
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