Vi sono casistiche in cui l’avvocato è tenuto, per legge, a restituire i soldi al proprio cliente e a corrispondergli quanto pagato.
Si tratta di una linea fondamentale, da conoscere, per capire quando spetta un rimborso dell’importo versato come parcella e anche tutti quelli che sono i dettagli a cui potersi appellare in caso di necessità. Spesso, soprattutto per chi non è pratico dell’argomento o non si è mai rivolto ad un legale, è lecito non conoscere le pratiche che sono relative al funzionamento e al lavoro di questi professionisti.
Ci sono leggi specifiche che tutelano il cliente ed altre che sono a tutela del legale. Avere una conoscenza completa di obblighi ma anche diritti è importante per affrontare al meglio le proprie necessità, da cose di poco conto a situazioni ben più gravose e importanti.
Rimborso parcella dell’avvocato: quando spetta
Conoscere è la chiave per tutelare la propria persona in qualunque condizione e quindi far valere sempre ciò che spetta di diritto. Quando si richiede una consulenza presso un avvocato o quando si stabilisce che questo diventi il proprio legale per perseguire un determinato obiettivo, si è tenuti al pagamento della parcella stabilita da questi. Tutto dipende dalla tipologia di avvocato, quindi civilista, penalista, tributario, e anche dalla persona e quindi dal suo grado di specializzazione.
Ci sono tanti fattori che concorrono al costo finale, dalle ore di lavoro al tipo di caso. Quindi è bene informarsi prima, per non ricevere batoste dopo.
Solitamente quando si affronta una causa in Italia è la parte che perde la stessa a dover pagare tutti i legali, sia personali che dell’altra parte. Ma è giusto fare attenzione in quanto non è chiaro con certezza come evolva il tutto e quindi non è dato sapere chi dovrà pagare cosa al termine.
Secondo il Codice Civile e il Codice del Consumo però esiste anche l’eventualità in cui sia l’avvocato a dover rimborsare i soldi che sono stati pagati da parte del cliente come forma di risarcimento del danno. Nello specifico questo avviene laddove il legale porti in causa la persona, senza che ci sia reale necessità di procedere in questo senso.
Vi è anche un’ordinanza del 2021 della Corte di Cassazione che specifica come la consapevolezza del cliente sia fondamentale, quindi l’avvocato è tenuto a tutte le comunicazioni, a spiegare cosa conviene e cosa no e anche a determinare con chiarezza cosa è ottimale in quella sede specifica, tenendo conto di tutte le variabili del caso. Se questo non avviene, se per qualche motivo l’avvocato spinge per una scelta non eccellente, il cliente può richiedere un rimborso.