Come comportarsi nel caso in cui il rimborso Irpef arrivi con molto ritardo? I metodi consigliati e da seguire
Con la dichiarazione dei redditi non si ha soltanto un quadro completo delle proprie entrate e delle relative tassazioni ma si possono anche ottenere eventuali rimborsi o addebiti Irpef legati ad una serie di crediti maturati oppure a detrazioni alle quali si ha diritto. Queste somme possono arrivare sia nella busta paga dei lavoratori che essere corrisposte insieme alla pensione da parte dell’Inps o da altri privati.
Con differenti tempistiche per quanto riguarda la procedura di conguaglio. Cerchiamo dunque di capire quanto tempo ci vuole per legge per ricevere tali somme e come comportarsi qualora non arrivino nei tempi previsti e si venga ad accumulare del ritardo. Capendo anche per quali ragioni può succedere.
Ritardo negli addebiti Irpef, a cosa è dovuto e cosa fare
Per quanto riguarda il contribuente lavoratore, l’addebito Irpef eventuale verrà corrisposto nella busta paga erogata tra i mesi di maggio e di settembre 2024 e questo vale anche per i pensionati anche se nel loro caso le operazioni di conguaglio avranno inizio ad agosto. Il rimborso verrà accreditato con la prima mensilità prevista in seguito all’invio del Modello 730 e la cifra spettante verrà corrisposta direttamente dall’azienda insieme allo stipendio stesso.
La scadenza ultima per la presentazione della dichiarazione dei redditi è però fissata per fine settembre pertanto i tempi di accredito non saranno uguali per tutti dal momento che dipenderanno proprio dalla data di invio del modello precompilato che l’AdE ha messo a disposizione, con o senza eventuali modifiche.
I tempi sono più lunghi nel caso in cui il Modello 730 venga presentato senza i sostituti d’imposta: in questo caso il rimborso arriverà direttamente sul conto corrente che andrà comunicato all’Agenzia delle Entrate. Ma cosa succede nel caso in cui le tempistiche si vanno ad allungare superando il mese per i lavoratori e i due mesi per i pensionati?
Il motivo è che vi è la possibilità da parte dell’Ade e qualora il credito spettante superi i 4000 euro, di effettuare controlli a campione mirati e specifici e questa operazione comporta inevitabilmente un dilatamento dei tempi di rimborso. In altri casi ritardo potrebbe essere dovuto ad un errore commesso proprio dal contribuente come ad esempio la mancata comunicazione delle coordinate bancarie per poter effettuare l’addebito.
In altre casistiche invece è consigliabile rivolgersi al sostituto d’imposta o direttamente all’Agenzia delle Entrate per capire le ragioni del ritardo. Ad esempio l’Ade potrebbe chiedere di saldare debiti pregressi di una cartella esattoriale prima di emettere il rimborso e utilizzando parte del credito spettante. Il contribuente dovrà accettare o meno la proposta.