Il riscatto della laurea assicura dei vantaggi per la futura pensione ma non sempre può essere richiesto. A chi è preclusa tale possibilità?
È stata riconfermata l’opportunità di richiedere il riscatto della laurea per maturare l’anzianità contributiva necessaria per poter andare in pensione in anticipo.
La normativa consente anche il riscatto parziale, solo di una parte del titolo di studio conseguito, esclusivamente per raggiungere il minimo richiesto per un determinato requisito contributivo.
Possono presentare richiesta di riscatto i soggetti che hanno accreditato almeno un contributo presso la Gestione previdenziale di riferimento. Sono, tuttavia, esclusi gli inoccupati.
Il riscatto è sempre oneroso e, dunque, prevede il versamento di una determinata cifra, il cui ammontare è calcolata in base al periodo in cui è stata ottenuta la laurea e al metodo di calcolo della pensione, ossia retributivo o contributivo. Il primo si applica a coloro che possiedono contributi prima del 1° gennaio 1996, il secondo, invece, a coloro che hanno iniziato a lavorare dopo tale data.
In particolare, se opera il sistema di calcolo retributivo dell’assegno pensionistico, l’importo da pagare per il riscatto della laurea si determina tramite il metodo della riserva matematica, cioè del beneficio pensionistico conseguente lo stesso riscatto.
Nel caso in cui, invece, debba applicarsi il sistema di calcolo contributivo, si segue il cd. metodo a percentuale. La cifra da versare scaturisce dall’applicazione dell’aliquota della contribuzione Indennità Vecchiaia e Superstiti (IVS) allo stipendio ricevuto nei 12 mesi precedenti la data di richiesta del riscatto. Per il 2024, l’aliquota è del 33%.
Riscatto della laurea per ogni titolo di studio? Tutta la verità
Il riscatto della laurea non comporta dei vantaggi per tutti, soprattutto perché non può essere richiesto per gli anni fuori corso, ma solo per la durata legale degli studi.
Ci sono, poi, delle limitazioni anche relativamente ai titoli riscattabili. Sono inclusi tutti i diplomi di laurea triennale, magistrale, specialistica o a ciclo unico e i dottorati di ricerca. Il riscatto, invece, non è valido per i master pubblici e privati. I titoli di studio conseguiti all’Estero devono essere riconosciuti dal Ministero.
Per coloro che hanno studiato dopo il 1995, c’è la possibilità del riscatto agevolato, che prevede il pagamento di 5.700 euro per ciascun anno di studi che si intende riscattare.
In ogni caso, la cifra da versare può essere suddivisa in un numero massimo di 120 rate, da saldare obbligatoriamente prima della pensione. L’unica eccezione è prevista per i dipendenti pubblici, che possono continuare a pagare anche dopo aver smesso di lavorare.