Si può incorrere in un abuso edilizio non solo costruendo ex novo un immobile. Ma anche ristrutturandolo. Ecco le sanzioni
Il tema delle normative edilizie è sempre caldo in Italia. E si riscalda ogni volta che qualcuno propone una sanatoria o un condono. In generale, a prescindere da queste dinamiche, come in ogni settore, occorre conoscere quali sono i regolamenti che danno un ordine alla materia. Anche perché, in caso contrario, i problemi possono essere di non poco conto. La legge non ammette ignoranza.
E, allora, sappiate che anche un intervento apparentemente semplice può comportare il rischio di commettere quello che comunemente viene chiamato abuso edilizio, con conseguenti sanzioni spesso pesanti. Preliminarmente, possiamo dire che per abuso edilizio si intende la realizzazione di un intervento edilizio – sia esso una nuova costruzione o una modifica di un edificio preesistente – in violazione delle norme vigenti, che includono leggi statali e regolamenti edilizi locali.
Le normative stabiliscono che la maggior parte delle opere edilizie richiedono un permesso o, almeno, un’autorizzazione da parte della Pubblica Amministrazione. La principale fonte normativa è il Testo Unico dell’Edilizia (D.P.R. 380/2001), soggetto nel tempo a numerose riforme.
È responsabile dell’abuso la persona che commissiona l’intervento abusivo, ma anche il costruttore che realizza materialmente l’intervento. Punibile anche il direttore dei lavori che, evidentemente, non avrebbe vigilato a dovere. Infine, anche chi acquista l’immobile può essere sanzionato, anche se non ha commesso l’abuso.
Ovviamente, vi sono varie forme di abuso edilizio. Per esempio, realizzare un intervento edilizio senza il titolo abilitativo richiesto dalla legge. Oppure realizzare interventi in violazione dei piani urbanistici locali. Anche il superamento dei limiti edilizi è considerato un abuso. Ma attenzione perché anche restaurare un’abitazione abusiva può comportare l’insorgenza di un illecito. Modificare un immobile esistente senza il titolo abilitativo necessario configura un abuso edilizio, punibile in termini di legge.
Le conseguenze sono una condanna penale e sanzione amministrativa, ovvero la demolizione dell’opera. Va considerato però che il processo penale si prescrive in 5 anni, mentre l’ordine per la demolizione non ha una scadenza. L’ammenda prevista va da 10.328 a 103.290 euro.
È possibile sanare un abuso edilizio, ma solo a determinate condizioni: l’intervento non deve essere in contrasto con gli strumenti urbanistici vigenti sia al momento della realizzazione che della domanda di sanatoria (doppia conformità). Deve essere conforme alle norme di sicurezza e deve rispettare i vincoli ambientali e paesaggistici.
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