In virtù dell’annuale rivalutazione, gli assegni delle pensioni saliranno durante il prossimo anno: quali saranno gli importi mensili per i pensionati nel 2025.
Si continua a parlare molto di pensioni in queste settimane per via degli aumenti previsti per il prossimo anno. Gli assegni, difatti, sono destinati a salire grazie alla rivalutazione annuale che si basa sul tasso d’inflazione calcolato dall’Istat.
Gli aumenti, però, non saranno come quelli visti negli anni precedenti considerato che il valore rilevato negli ultimi mesi è molto più basso rispetto a quelli registrati in precedenza. Le cifre, per via del sistema a scaglioni, introdotto già dal 2000, non saranno uguali per tutti i pensionati.
Pensioni, quali saranno gli aumenti nel 2025 in virtù della rivalutazione
Nella Legge di Bilancio 2025, oltre alla conferma del bonus Maroni, è previsto il ritorno al meccanismo a scaglioni per gli aumenti delle pensioni che segue il tasso di inflazione registrato nei dodici mesi precedenti.
Stando a quanto rilevato dall’Istat, il tasso dell’aumento dei prezzi ad oggi si attesta all’1,6%, percentuale significativamente più bassa rispetto al 5,4% registrato negli scorsi anni. In base a questa percentuale saliranno gli assegni mensili dei titolari di pensione, ma come già anticipato, tenendo conto delle fasce del meccanismo a scaglioni introdotto nel 2000. In particolare, tale sistema prevede aumenti: del 100% del tasso per le pensioni fino a 4 volte il minimo Inps (fino a 2.394,40 lordi); del 90% del tasso per gli assegni tra 4 e 5 volte il minimo (tra i 2.394,40 ed i 2.993,05 euro lordi); del 75% per quelle comprese tra 5 e 6 volte il minimo (2.993,05 – 3.591,66 euro lordi) ed, infine, del 50% per le pensioni oltre 6 volte il minimo (oltre 3.591,66 euro lordi).
Secondo lo schema e tenendo conto del tasso all’1,6% le pensioni salirebbero nel dettaglio: dell’1,6% per la prima fascia, circa 38,20 euro lordi al mese, dell’1,44% per la seconda fascia (sino a circa 43 euro lordi al mese), dell’1,2% per la terza (sino a 43,10 euro lordi al mese) ed, infine, dello 0,8% (fino a 28,70 euro lordi mensili) per le pensioni che rientrano nella quarta.
Per quanto riguarda, infine, le pensioni minime, già rivalutate durante lo scorso anno, l’esecutivo, attraverso la Legge di Bilancio, sta valutando come intervenire. Al momento si ipotizza che i trattamenti minimi possano salire da 614,77 euro al mese a circa 625 euro, ma non è escluso che l’importo possa arrivare anche a 640 o 650 euro, in base alle risorse messe in campo dal Governo. Si attendono, dunque, conferme sul punto che arriveranno nelle prossime settimane.