Il Consiglio dei Ministri ha ritoccato le buste paga dei funzionati scolastici ma anche i docenti devono avere il nuovo contratto
Il Governo prende e va veloce, inserisce importanti novità nella scuola e soprattutto ritocca gli stipendi di presidi e dirigenti scolastici, ma qualcosa ancora non va all’interno delle scuole e a lamentare la situazione sono gli insegnanti che non hanno ancora visti riconosciuti i loro contratti.
Una situazione che va avanti da tanto tempo e che ancora non si è sviluppata come si dovrebbe e soprattutto nei tempi in cui si sarebbe dovuto fare. Già perché mentre vengono in qualche modo soddisfatti i presidi e i dirigenti scolastici, anche se i loro stessi sindacati non si trovano d’accordo sulla cifra, i docenti ancora sono più indietro.
A confermarlo è una persona e un dirigente che lavora da una vita su e per queste cose a favore degli insegnanti, ovvero Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, che a Cityrumors.it spiega la situazione dopo questa ulteriore mossa da parte del Governo: “Diciamo che quanto è stato dato ai presidi e ai dirigenti scolastici erano in linea da tempo, anche se loro sono 6.500 in tutto, bene o male, e si è messo a norma un aumento se non sbaglio di circa 260 euro lorde, ma per gli insegnanti ancora non si vede all’orizzonte nulla, almeno al momento“.
Una situazione che preoccupa un po’ anche perché, e non è da sottovalutare, tutt’altro, il contratto degli insegnanti, come rivela lo stesso Di Meglio “è terminato da almeno un mese e mezzo, visto che è scaduto il triennio al 30 giugno del 2024“. E, considerando che gli insegnanti sono il motore della scuola, forse (per essere ironici) sarebbe il caso di rivedere la situazione e di agire nel più breve tempo possibile.
Un contratto scaduto e si apriranno le scuole nella nuova stagione con un contratto che ancora non si è discusso, spiega Di Meglio: “Devo ammettere che anche nelle precedente situazione, si è firmato nel 2023 inoltrato, l’accordo che sarebbe dovuto essere, e che è stato, relativo al triennio 2022-24, ma adesso è scaduto e teoricamente si sarebbe già dovuto formalizzare. E’ altrettanto vero che il dialogo col Governo c’è ed è stato trovato una sorta d’accordo per un acconto di circa 60-70 euro fino al termine dell’anno, ma è una situazione che deve essere rivista“.
Non ci sono dubbi, anche perché, in qualche modo, poteva anche essere revisionato in quest’ultimo consiglio dei ministri, ma Rino Di Meglio del Sindacato degli Insegnanti specifica: “Mi rendo e ci rendiamo conto che stiamo parlando oltre 1.100.000 di docenti e non è facile, rispetto ai 6.500 tra presidi e dirigenti scolastici, ma bisogna trovare una soluzione e fare in modo che i contratti vengano stipulati nei tempi e nei modi giusti, anche se la cifra concordata a suo tempo, adesso sarebbe anche diversa…”.
La cifra concordata con le parti e con il ministero dell’Istruzione sembra essere un po’ retrodatata, se non altro perché “l’inflazione cresce e va avanti in tutti i settori, anche per gli insegnanti”, quindi quella cifra di circa 110 euro potrebbe essere diversa nelle trattative che riprenderanno a settembre.
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