Se il datore di lavoro non paga il TFR o lo stipendio, si perdono? Attenzione al termine di prescrizione

Stipendio e TFR devono essere pretesi dal lavoratore entro termini precisi, altrimenti si rischia il termine di prescrizione.

Come per ogni altra formula di pagamento e onere fiscale, una volta scaduto il termine, viene annullato e sospeso e di conseguenza il soggetto non è più tenuto al pagamento dello stesso, anche quando si parla di una cifra effettivamente dovuta. Ecco cosa sapere, dunque, per quanto riguarda il TFR, lo stipendio e i loro termini.

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TFR o stipendio non pagati dopo quanto non spettano (cityrumors.it)

Questi termini sono importati perché non riguardano solo le casistiche più note, come un ritardo nel pagamento del TFR oppure dello stipendio, ma anche in relazione a tutti quei bonus che il lavoratore non conosce o di cui non sa nemmeno di avere diritto. A cosa fare attenzione nel dettaglio?

TFR o stipendio non pagato: quando vanno in prescrizione

Quando si comprende ciò che si deve ottenere o che era lecito richiedere, si può intervenire a patto di essere nei tempi giusti, altrimenti purtroppo non c’è nulla da fare. In primo luogo bisogna differenziare quello che è il comparto privato dal pubblico, quindi come ci si comporta in un senso o nell’altro perché i termini non sono gli stessi. La prescrizione è prevista dal diritto, quindi c’è ben poco da fare, è una condizione che consente al creditore di perdere la possibilità di richiedere la propria somma da parte del debitore. Una volta passato questo limite non è nemmeno possibile fare causa al datore di lavoro, non c’è più alcuna strada attuabile per la tutela.

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TFR e Stipendio si perdono? (cityrumors.it)

Rientrano nella prescrizione gli stipendi, le differenze retributive, indennità e bonus, compenso per i festivi o le ferie non godute, TFR, adattamenti di aumento, risarcimenti. Dopo 5 anni tutti questi crediti vanno in prescrizione quindi o si procede in tempi relativamente stretti o decade ogni possibilità. La prescrizione di 10 anni invece è relativa a licenziamento illegittimo, mancata fruizione di ferie o riposo, infortunio, crediti previdenziali.

La prescrizione è attiva per il settore privato nel momento in cui finisce il rapporto di lavoro (ovviamente in base alle date ufficiali riportate nella comunicazione). E per il settore pubblico dal momento in cui quel pagamento doveva essere effettuato e questo restringe in molti casi le possibilità. Se ci sono quindi dei sospesi bisogna muoversi in tempi rapidi, anche per le vie legali relative. Al fine di evitare di non ritrovarsi dopo senza quanto spettante. Molti non sanno che passati i 5 anni decade tutto e quindi si ritrovano in una condizione improvvisa in cui non c’è altro da fare.

Gli atti che interrompono la decorrenza e quindi spezzano la prescrizione prima che si realizzi sono: lettera raccomandata, PEC, comunicazione ufficiale valida per legge. In queste devono essere spiegati i fatti, esserci una richiesta, un importo apposito, la motivazione. In questo caso il termine ricomincia a decorrere da quel momento in poi.

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