Quando il figlio convivente lavora quanti modelli 730 occorre inviare? Tante famiglie commettono gravi errori, meglio evitare.
La dichiarazione dei redditi è lo strumento usato dai contribuenti per comunicare al Fisco l’ammontare dei redditi percepiti. Tramite il modello 730, dunque, i cittadini segnalano i redditi dell’anno precedente, guadagni e eventuali imposte da corrisponde.
Oggi i figli continuano a vivere a casa con i genitori a lungo dopo la maggiore età. In molti casi è una necessità frequentando l’Università e non lavorando mentre in altri è per comodità sebbene si percepisca uno stipendio. In quest’ultimo caso occorrerà prestare attenzione ai vari obblighi per i contribuenti. Per l’ISEE è semplice, sappiamo che tiene conto di tutti i redditi e patrimonio dei componenti del nucleo familiare e che è un valore unico per la famiglia.
Diverse le direttive per la dichiarazione dei redditi. Parliamo di quella comunicazione unica e annuale volta a comunicare le informazioni sui redditi prodotti da un contribuente con riferimento ad uno specifico anno di imposta. La dichiarazione 2024, ad esempio, dovrà riportare i redditi del 2023. Cosa accade quando anche il figlio lavora e non è più a carico del genitore?
Figlio lavoratore convivente, deve compilare un suo modello 730?
Ricordiamo che per essere considerato a carico il figlio (o il coniuge) dovrà avere un reddito personale inferiore a 4 mila euro se under 24 e sotto i 2.840,51 euro negli altri casi. Poniamo il caso che il figlio convivente lavoratori superi le suddette soglie. Dovrà presentare una dichiarazione dei redditi propria relativa al periodo di imposta in cui ha iniziato a lavorare superando i limiti per essere considerati a carico.
Nei limiti di reddito che il familiare deve possedere per essere considerato o meno a carico bisogna considerare i redditi di fabbricati assoggettati alla cedolare secca sulle locazioni, le retribuzioni erogate da Enti ed Organismi Internazionali, Missioni, Rappresentanze diplomatiche e consolari, Santa Sede, Enti gestiti dalla Santa Sede ed Enti centrali della Chiesa Cattolica nonché il reddito di impresa o lavoro autonomo e la quota esente dei redditi di lavoro dipendente svolto in zone di frontiera in via continuativa.
Puntualizziamo anche che nella dichiarazione del genitore si terrà conto di eventuali detrazioni per figli a carico erogate nel corso dell’anno in cui il figlio ha iniziato a lavorare superando i limiti indicati dalla normativa. Significa che un eventuale rimborso sarà ridotto per il recupero di quelle somme versate ma non dovute non essendo più il figlio a carico durante l’anno di imposta.