Se stai pensando a Quota 103 meglio leggere qui: c’è un incentivo più alto per chi rinuncia

Quota 103 è una forma di pensionamento anticipato da scartare se non si vogliono ridurre i guadagni. Cosa sapere.

Tra gli scivoli del sistema pensionistico italiano troviamo Quota 103 per andare in pensione a 62 anni di età, con ben cinque anni di anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia. Tutti i lavoratori possono andare in pensione a 67 anni di età avendo maturato 20 anni di contributi. L’obiettivo sembra, però, un traguardo lontano per tante persone che vorrebbero godere prima del meritato riposo. Le vie di pensionamento anticipato non mancano ma bisogna tener conto che sono rivolte solo ai cittadini che soddisfano determinati requisiti e che spesso non sono convenienti.

Meglio evitare la pensione con Quota 103?
Quota 103, quando è meglio dire di no (Cityrumors.t)

Opzione Donna, ad esempio, richiede che si accetti il calcolo contributivo puro anche se si sono versati contributi prima del 1996. Ciò significa accettare un taglio sull’assegno pensionistico. L’APE Sociale, invece, essendo un’indennità di accompagnamento alla pensione non permette di avere un assegno superiore a 1.500 euro fino al compimento dei 67 anni. Poi c’è Quota 103 dedicata ai lavoratori che maturano 41 anni di contributi e raggiungono i 62 anni di età. Sembra una soluzione accettabile ma se si rimane a lavoro si avranno maggiori guadagni.

Quota 103, perché conviene rimanere a lavoro?

Quota 103 è la misura in scadenza al 31 dicembre 2023 che è stata prorogata nel 2024. Consente il pensionamento a 62 anni di età con 41 anni di contributi ma accettando dall’anno nuovo il sistema di calcolo contributivo anche se si sono versati contributi prima del 1° gennaio 1996 e si rientrerebbe nel sistema misto. In più nel 2024 ci sarà un’altra penalizzazione per Quota 103. Si prevede un nuovo tetto massimo dell’importo dell’assegno ossia 4 volte il trattamento minimo e non più 5 volte.

Perché non scegliere Quota 103
Perché e quando non conviene scegliere Quota 103 (Cityrumors.it)

Significa che non si potranno ottenere più di 2.013,08 euro. E come se non bastasse si allungheranno le finestre di decorrenza. Diventeranno di sette mesi per i dipendenti privati e di nove mesi per i lavoratori del settore pubblico. Penalizzazioni che già fanno avere dubbi sulla convenienza della misura. In più, chi resterà a lavoro pur maturando i requisiti per andare in pensione con Quota 103 riceverà un incentivo in busta paga. Ciò facilita ulteriormente la scelta per tanti lavoratori dipendenti pubblici e privati.

Chi raggiungerà i requisiti e continuerà a lavorare potrà contare su un’aliquota aggiuntiva dell’1% normalmente trattenuta in busta paga dal datore di lavoro sullo stipendio eccedente la prima fascia di retribuzione pensionale (52.190 euro lordi all’anno). I datori recupereranno le cifre perdute nelle denunce contributiva di dicembre 2023 e gennaio 2024. Per evitare che i lavoratori scelgano Quota 103, dunque, si promette loro un incentivo ossia la possibilità di farsi pagare in busta paga l’importo della quota di contributi trattenuti mensilmente.

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