Truffare sui soldi destinati alla disabilità è spregevole. Ecco come lo Stato oggi vuole contrastare l’odioso fenomeno.
I truffatori non risparmiano alcun settore. Negli anni, purtroppo, abbiamo appreso di raggiri e ruberie praticamente su ogni somma diffusa dallo stato sul territorio e ai contribuenti. Ora, però, la nuova frontiera della truffa riguarda i disabili e i controlli saranno sempre più stringenti, coinvolgendo anche i comuni.
Non vi è purtroppo settore degli interventi statali che, in questi anni, anzi, potremmo dire, in questi decenni, non abbia fatto registrare interventi delle forze dell’ordine per arginare le truffe e i raggiri. Ora, però, tutto questo va a incidere su uno degli aspetti più importanti del welfare italiano: quello dedicato ai disabili.
Nel nostro Paese, infatti, diversi sono i bonus riservati alle persone portatrici di disabilità per facilitarne l’esistenza. Il pensiero che qualcuno possa lucrare su tutto ciò è davvero odioso. Ecco, allora, come le istituzioni vogliono contrastare questo fenomeno spregevole. Un giro di vite che verrà messo in atto anche dai comuni e dagli enti locali. Ecco come.
Soldi per i disabili: giro di vite sui controlli
Purtroppo, dunque, anche i soldi destinati ai disabili rischiano di terminare nelle mani sbagliate. Per questo, ora, scatta il giro di vite anche sul bonus per l’eliminazione delle barriere architettoniche. Le agevolazioni considerate a rischio di irregolarità e violazioni sono nel mirino delle nuove misure di verifica.
I controlli della Guardia di finanza, già capillari in altri settori, potrebbero ora coinvolgere anche il bonus per le barriere architettoniche, introducendo una novità assoluta in questo ambito. Queste verifiche potrebbero includere ispezioni dirette nei cantieri, per garantire che le agevolazioni siano utilizzate correttamente e senza abusi.
Per rendere tutto più efficace, potrebbero essere coinvolti anche i comuni e gli enti locali, che, evidentemente, avrebbero in cambio una percentuale da riconoscere. Tuttavia, non vi è ancora chiarezza circa gli importi, né quanto i sindaci e le amministrazioni comunali potranno effettivamente investire in queste misure. Gli uffici tecnici dei Comuni, già impegnati con gli appalti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), potrebbero trovarsi in difficoltà ad assumere ulteriori responsabilità senza adeguate risorse e supporto. Gli enti locali sono già sottoposti a notevoli pressioni operative. L’introduzione di nuovi compiti di verifica richiede un incremento di risorse umane e tecniche, che al momento appaiono scarse. Ma di certo si tratta di un importante cambio di passo.