Arriva il taglio ai contributi per i caregiver che assistono una persona con disabilità. Si perderanno molti soldi, cosa sta succedendo.
Il Piano per la non autosufficienza è stato approvato ma in modo parziale. La conseguenza sarà un taglio dei contributi economici erogati ai caregiver che si prendono cura di un disabile.
L’impegno richiesto ad un caregiver è molto oneroso. Per dedicarsi all’assistenza di una persona non autosufficiente bisogna mettere da parte la vita privata e affrontare gli ostacoli che si incontrano sul lavoro. Considerando le difficoltà a cui i caregiver vanno incontro, lo Stato aiuta queste importanti figure con misure assistenziali ed economiche.
Citiamo i permessi di tre giorni, il congedo straordinario, le detrazioni per figli a carico, le detrazioni su spese mediche, l’ acquisto di un’auto e di sussidi informatici e tecnologici. Una lunga lista di aiuti che permettono al caregiver di migliorare la qualità di vita dell’assistito. Servono anche sussidi economici perché i costi delle terapie, delle medicine e dell’assistenza sono elevati. Ebbene, proprio questi contributi stanno per subire un pesante taglio. Scopriamo perché e se c’è rimedio.
Arriva il taglio dei contributi per i caregiver, cosa sta accadendo
La Regione Lombardia ha percepito parzialmente il Piano per la non autosufficienza. Taglierà i contributi ai caregiver che dovrebbero essere sostituiti da servizi più completi erogati ai disabili. Il problema è che questi servizi non si intravedono nemmeno lontanamente. Spieghiamo meglio la situazione. Con la delibera 1669 del 28 dicembre 2023 la Giunta regionale ha recepito parzialmente le direttive del PNNA – Piano Nazionale per la Non Autosufficienza 2022-2024.
Provvederà a tagliare i contributi economici ai caregiver familiari che assistono persone con gravissima disabilità. Il PNNA prevede la graduale trasformazione di questi contributi in servizi diretti al disabile, in interventi per implementare i Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali sul territorio nazionale. I finanziamenti servono, dunque, per aumentare i servizi sociosanitari e ridurre le erogazioni dirette alle famiglie con soggetti non autosufficienti a carico entro sei mesi.
Il problema è che in Lombardia mancano questi servizi. Le associazioni e le famiglie hanno subito protestato e mostrato preoccupazione per i tagli dato che tanti nuclei possono garantire assistenza al disabile proprio grazie ai contributi economici. Una eventuale riduzione significherebbe non poter garantire una vita dignitosa al familiare. La richiesta, dunque, è di aspettare a percepire le direttive del PNNA. Prima vanno creati i servizi dedicati poi si potrà effettuare il taglio dei contributi che, ricordiamo, va dal 25 al 45%.