Non tutti lo sanno, ma ci sono delle strategie che è possibile mettere in atto per rendere più ricco il TFR, ecco come fare.
Il TFR o trattamento di fine rapporto viene spesso chiamato in maniera comune liquidazione o buonuscita ed è quella cifra che matura man mano che si lavora in un’azienda e che si percepisce quando ci si licenzia o si conclude la propria attività lavorativa.
Salvo casi eccezionali che possono permettere di chiederlo prima del periodo, l’importo che si ottiene può essere davvero importante e può essere utile magari per fare qualche lavoro in più in casa o per togliersi qualche sfizio. In realtà, anche se pochi lo sanno ci sarebbe “un trucco” da mettere in atto che può servire per lievitare ancora di più quanto previsto. Basta poco e il risultato potrà essere dei migliori.
Rendere più alto l’importo del TFR è possibile: ecco come
Vivere di rendita per molti è praticamente impossibile, ma non ci si può che augurare che una volta raggiunta l’età della pensione quello che si percepisce possa permettere di essere più sereni. Un aiuto importante può arrivare, almeno nel primo periodo, da quanto previsto per il TFR, il cui valore dipende dal numero di anni trascorsi in azienda.
E’ però possibile renderlo ancora più elevato se si decide di versarlo in un fondo pensione, soluzione di cui non tutti sono a conoscenza ma che può rivelarsi davvero utile.
Il primo vantaggio derivato da questa scelta è dato dalla tassazione più bassa. Al momento della liquidazione, infatti, l’impresa tratterrà un’aliquota fiscale pari alla media degli ultimi cinque anni, in genere intorno al 23%, mentre in questo caso non si va oltre il 15%, così da avere un netto superiore.
Secondo la regola il lavoratore riceve il TFR quando conclude un rapporto di lavoro, in caso di emergenze prima di quella data. Tra queste rientrano la nascita di un figlio, ristrutturazione di casa, giusto per fare un esempio, ma è possibile chiedere non più del 70% all’azienda. Nel caso di chi opta per il fondo pensione si può invece arrivare all’80%.
Quando si termina la collaborazione si può non vedere l’ora di ricevere quanto spetta, ma non è detto che questo possa avvenire in tempi rapidi (a volte serve anche qualche mese), specialmente se il datore di lavoro non ha disponibile la liquidità necessaria. Ben diversa è appunto la situazione per i lavoratori che hanno optato per il fondo.
Depositare il TFR permette inoltre di assicurarsi una rendita migliore. Se si lascia la liquidazione in azienda, infatti, è previsto un rendimento pari al 75% dell’inflazione annua (l’aumento dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati accertato dall’ISTAT) a cui si aggiunge un tasso fisso di +1,5%. Quando invece si preferisce il fondo, viene garantito all’intestatario il miglior rendimento possibile (in genere la media è del 3,7%).
C’è inoltre da sottolineare un altro aspetto tutt’altro che irrilevante, frutto della situazione che stiamo vivendo. Ogni volta che si lascia un’azienda si ottiene il TFR (con relativa tassazione), situazione piuttosto frequente visto che in pochi possono contare su un contratto a tempo indeterminato. Il fondo pensione, invece, come si può dedurre dal nome consente di averlo solo a fine carriera, così da poter contare su interessi maggiori.