A proposito di TFR prelevabile, arriva una novità non di poco conto per quanto riguarda il 2025. Riguarda tutti i lavoratori e si tratta di una autentica svolta epocale. Andiamo a vedere come stanno le cose a riguardo.
Come è noto, tutti quanti noi andiamo ad accumulare nel corso della nostra carriera dei benefici. Che da un lato sono legati ai contributi versati in chiave pensionistica, mentre dall’altra parte ce ne sono altri di natura completamente differente. Stiamo parlando del Trattamento di Fine Rapporto, anche noto con la sigla TFR. Si tratta di una cifra che aumenta di mese in mese andandosi a cumulare e che viene riconosciuto, come si può facilmente intuire, alla fine del rapporto di lavoro.
Come è noto, però, le cose sono in continua mutazione e non possiamo mai dare per scontato nulla. I cambiamenti sono all’ordine del giorno. A proposito del Trattamento di Fine rapporto, però, nell’anno nuovo, il 2025, potrebbero arrivare in maniera seria e concreta delle novità davvero di straordinario profilo. Stiamo parlando del TFR prelevabile in busta paga. Andiamo a vedere in maniera dettagliata di che cosa si tratta e quali sono i cambiamenti in arrivo.
La proposta avanzata da Fratelli d’Italia, Lega e Noi Moderati torna ad essere al centro del dibattito pubblico, dopo che l’emendamento in questione all’interno della Manovra di Bilancio è stato ritenuto valido. Per questo motivo si voterà a riguardo nelle prossime settimane e si ha la sensazione che ci siano i numeri perché questo provvedimento possa passare. Nel momento in cui sarà approvato in maniera definitiva, allora il TFR diventerà davvero prelevabile in busta paga.
Il sistema dovrebbe essere simile a quanto già visto nel 2007. In quel caso nel semestre gennaio giugno, i lavoratori dovevano esprimersi sulla destinazione del Trattamento di Fine Rapporto. Il silenzio assenso prevedeva che questa somma finisse in fondi di previdenza previsti nei vari CCNL. E si tratta, per ovvi motivi, di fondi privati. In questo caso, esattamente come all’ora, l’obiettivo, in maniera chiara, è quello di favorire ed incentivare l’adesione a fondi della previdenza integrativa. Ma andiamo a vedere per quale motivo.
L’obiettivo in sé non è quello di far crescere queste realtà, ma quello di spingere i lavoratori verso il secondo fondamento pensionistico, garantendosi in questo modo un assegno nel momento in cui andranno in pensione più elevato e sicuramente più dignitoso di quello che verrebbe riconosciuto loro con i soli contributi INPS. Si attendono sviluppi, ma il 2025 potrebbe essere un anno cruciale. A proposito di TFR, ecco cosa conviene di più tra anticipo e acconto.
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