Da oggi i lavoratori potranno essere licenziati molto più facilmente: è stata cancellata un’importante tutela. Vediamo cosa cambierà.
Crolla un’importante tutela che salvaguardava determinati diritti dei lavoratori dipendenti. Da oggi in poi essere licenziati sarà molto più facile. A rischio milioni di persone. vediamo che cosa sta succedendo nel mondo del lavoro.
Il mondo del lavoro nel nostro Paese non attraversa certo un periodo florido. A dire il vero sono anni, ormai, che sembra essere calata una nube nera. Molte imprese, a causa della tassazione elevata, hanno delocalizzato aprendo in altri stati europei. Di conseguenza l’Italia è rimasta, nel giro di qualche anno, depauperata di posti di lavoro.
Trovare lavoro oggi in Italia non è semplice. Sembra un paradosso visto che molti imprenditori lamentano di non trovare personale. Eppure, dall’altro lato della barricata, ci sono migliaia di giovani – ma anche meno giovani – che non riescono a trovare un’occupazione che sia in linea con le loro competenze.
E chi ci riesce lamenta la precarietà dei contratti e gli stipendi troppo esigui rispetto al costo della vita. L’Italia, però, fino ad oggi, è sempre stata piuttosto “forte” dal punto di vista delle tutele rispetto ad altri paesi dove, in nome della flessibilità, è molto più facile licenziare. Una nuova sentenza della Corte di Cassazione ha ribaltato la situazione: crolla un’importante tutela e ora migliaia di persone sono a rischio.
Addio posto fisso: milioni di lavoratori a rischio
In Italia, da sempre, abbiamo il culto del posto fisso: lavoro da dipendente con orario fisso e a tempo indeterminato. Una sorta di “finché morte non ci separi” insomma. Ma una nuova sentenza della Corte di Cassazione cambia tutto: da oggi in poi i datori di lavoro potranno licenziare i dipendenti con molta più facilità.
Sei un lavoratore pigro? Attenzione: la pacchia è finita. Il termine pigro, naturalmente, non è giuridico ma, in parole povere, la sentenza della Corte di Cassazione dice proprio questo: è da considerarsi licenziamento per giusta causa, il licenziamento del dipendente pigro.
La pigrizia non è un concetto oggettivamente valutabile ma, tuttavia, si può ritenere pigro il dipendente che pecca di produttività, impegno e diligenza. Pertanto non solo può essere licenziato colui che non “produce” abbastanza secondo i criteri aziendali; anche i “furbetti” che si mettono un po’ troppo spesso in malattia possono essere tagliati fuori in tempo zero. In tal senso si può parlare di “licenziamento per pigrizia”.
Ovviamente tutto questo a meno che non ci siano ragioni oggettive come disabilità certificate o motivi di assistenza a familiari tutelati dalla legge 104. La nuova sentenza della Cassazione punta a premiare il merito e l’impegno di chi svolge il proprio lavoro con serietà. E forse può essere anche una buona strategia per favorire il ricambio generazionale all’interno di parecchie imprese.