Vendi spesso abiti online? Fai attenzione, con la nuova normativa rischi una multa salatissima

È stata approvata una nuova direttiva europea relativa alle vendite online, fenomeno sempre più in crescita: cosa prevede.

L’e-commerce è divenuto un vero e proprio fenomeno che coinvolge miliardi di persone al mondo con crescite annuali considerevoli. Il termine indica il mercato online, ossia le transazioni effettuate per l’acquisto o la vendita di beni e servizi tramite internet.

Vendite online
Vendite online, quando possono scattare le sanzioni (Cityrumors.it)

A crescere maggiormente negli ultimi anni, anche in Italia, è stata la vendita di oggetti usati da parte di privati, grazie alla nascita di piattaforme come Vinted e Wallapop che si sono aggiunte allo storico eBay. In molti, però, non sanno che per chi vende esistono delle precise regole fiscali e, in alcuni casi, potrebbero scattare delle sanzioni da parte del Fisco.

Vendite online, la direttiva europea Dac7: cosa prevede

Dal 1° gennaio 2023 è stata introdotta la direttiva europea Dac7, una norma relativa all’e-commerce e che impone dal 2024 alle piattaforme online di comunicare all’Agenzia delle Entrate i dati riguardanti le vendite realizzate dagli utenti. Tra queste piattaforme, dunque, rientrano anche Vinted e Wallapop, eBay, Amazon, Etsy, Vestiaire Collective, ma anche Airbnb. Si tratta di siti noti in tutto il mondo che vengono utilizzati quotidianamente per gli acquisti o le vendite, spesso con l’obiettivo di risparmiare.

Vendite online trucchi
Vendite online, arriva la nuova direttiva europea (Cityrumors.it)

L’obiettivo della direttiva è quello di contrastare il fenomeno dell’evasione fiscale e, nello specifico, dovranno essere comunicati i dati relativi alle transazioni online per attività di vendita di beni, locazioni di immobili, prestazione di servizi personali o noleggio di qualsiasi mezzo di trasporto. L’inoltro di questi dati, come previsto dalla Dac7, avviene solo per i soggetti che, in un anno solare, effettuano almeno 30 vendite o ricavano, sempre dalle vendite, una somma di oltre 2mila euro.

Superata la soglia in questione, le piattaforme saranno obbligate ad inviare una comunicazione con i dati fiscali e l’Iban collegato agli account degli utenti che, a quel punto, verranno controllati dal Fisco.

Molti, dunque, si chiederanno cosa accade ai privati che vendono oggetti, come abiti, dispositivi elettronici o libri usati su internet. Per chi utilizza le piattaforme di vendita in modo sporadico non sono previste sanzioni, mentre chi supera determinati limiti dovrà necessariamente aprire la Partita Iva, in caso contrario scatteranno le multe da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Secondo quanto stabilito dalla legge, nel nostro Paese l’apertura della Partita Iva ed conseguente pagamento delle imposte è obbligatorio quando le vendite di beni o servizi non risultano essere sporadiche o portano a ricavi annuali oltre la soglia dei 5mila euro. I trasgressori sono punti con pesanti sanzioni da parte dell’Agenzia delle Entrate.

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