L’ex tecnico del Milan e dell’Italia ricorda con molto affetto e tanta passione il Pontefice “un uomo coraggioso che amava le persone”
“Era una persona straordinaria, ma era soprattutto buono che amava le persone e ti dava proprio la sensazione, certezza di amare le persone e di fare qualcosa per loro e poi avere un bellissimo rapporto con lo sport…“. E’ molto dispiaciuto e giù di tono, l’ex tecnico di Milan, Atletico Madrid e della nazionale italiana Arrigo Sacchi per la scomparsa di Papa Francesco, “un personaggio carismatico che infondeva tanta allegria e serenità“.

Per Arrigo Sacchi, che ha conosciuto Giovanni Paolo II, la figura del Pontefice è molto importante anche per il messaggio che trasmetteva soprattutto alle giovani generazioni, in particolar modo con lo sport e anche col calcio. Prima di diventare Papa ma anche dopo quando lo è diventato, Bergoglio, che da giovane seguiva con grandissima passione il calcio, ricordò il “suo” San Lorenzo e gli accostò un ricordo proprio del Milan di Sacchi “si vede che è una squadra che gioca con allegria e lo fa cercando di far felici gli altri. E questa è una cosa bellissima, un messaggio fortissimo“.
Erano parole di un Francesco Bergoglio sacerdote in quel di Buenos Aires, mostrando anche un certa dimestichezza col pallone. Una cosa che Arrigo Sacchi sapeva e che lo rende molto orgoglioso: “Col Milan cercavamo innanzitutto di vincere le partite con merito, giocando bene, facendo felici le persone, ma sempre provando a vincere con il merito, proprio quello che chiedeva e desiderava il Cavalier Berlusconi. Era il suo obiettivo e ci siamo riusciti, quelle parole di Bergoglio che mi riferirono con anni di distanza, mi fecero molto contento e anche il dottor Berlusconi“.
Sacchi: “E’ un Pontefice che ha avuto molto coraggio, indirizzando persone che non si comportavano bene nella Chiesa”
Per Papa Francesco lo sport era importante e in diverse circostanze dove incontrava atleti e dirigenti di tutto il mondo spesso si lasciava andare a pensieri tipo che “lo sport è tra le cose più belle, sane e più vicina a Dio che esista” e sul suo calcio e il modo di viverlo pensava che “è un gioco di squadra: non ci si può divertire da soli. A volte la parola gioco viene dimenticata e sostituita da altre parole: il calcio è un gioco è tale deve rimanere…“.
Per Arrigo Sacchi sono concetti sui quali ha fondato tante cose della sua vita anche applicata al calcio: “Con il Milan quando lo creammo, ci circondammo di ragazzi che erano disposti al sacrificio ma alla voglia di divertirsi e di stare insieme e di far capire questo concetto col calcio e non c’era cosa più bella quando a volte non si vinceva e la gente era ugualmente contenta. Ed è una delle cose più belle“
Riguardo a Papa Francesco, Sacchi a Cityrumors.it non ha dubbi: “Ha avuto un rapporto con lo sport incredibile, i giovani che lo sentivano parlare vedevano in questo uomo buono, una persona sa seguire che non si sbagliava anche perché quando parli alla gente e ai ragazzi in modo semplice e chiaro, non ti puoi sbagliare mai”.

Per Arrigo Sacchi, la figura del Pontefice e della Chiesa sono molto importanti, tanto che l’ex tecnico del Milan ha seguito con molta attenzione quello che ha fatto e tentava di fare il Papa: “Credo che sia stata una persona incredibile, non era solo buono e attento, soprattutto con le persone più deboli, ma ha tentato di fare pulizia all’interno della Chiesa, credo che in parte ci sia anche riuscito, provando a indirizzare le persone che non facevano il bene della Chiesa stessa. Dopo qualche tempo che era arrivato, ricordo che rimasi molto colpito del fatto che faceva venire spesso le persone umili in Basilica e stava con loro, questo lo facevano pochi. Per me resta una persona straordinaria che ha fatto tanto in questo mondo così difficile e complicato, reso così da persone che a volte non si rendono conto quanto possono fare male, soprattutto quelle che decidono…”