Bambina rapita, Crepet: “Un gesto disperato? Non può essere una giustificazione c’è dell’altro…”

Il noto professore e psichiatra non vuole sbilanciarsi sul caso anche se ammette di essere rimasto sconcertato da quanto è avvenuto: “E’ allucinante”

Una storia inquietante che ha sconvolto tutta l’Italia, soprattutto Cosenza dove è stati rapito con una semplicità disarmante un bambino sotto gli occhi della mamma e dell’intero personale sanitario. Una vicenda scioccante, soprattutto per la rapidità come è avvenuta. E per fortuna che la bimba è stata ritrovata con altrettanta rapidità.

bimba rapita
Bambina rapita, Crepet: “Un gesto disperato? Non può essere una giustificazione c’è dell’altro…” (Ansa Foto) Cityrumors.it

Una situazione che quasi non sembra vera, soprattutto per come si è verificata. Una donna che è entrata con una facilità disarmante nella stanza dove era il piccolo, custodito insieme alla mamma e alle nonne che stavano lì per celebrare il lieto evento. E con una scusa qualsiasi, la più banale e la più vera, ossia quella di portare il bimbo a farlo vedere dal pediatra. E il piccolo è stato rapito.

Anche un esperto come Paolo Crepet, professore e psichiatra, che nella sua vita ne ha viste e seguita tante di storie assurde e agghiaccianti è rimasto spiazzato da un simile gesto anche se non si vuole sbilanciare più di tanto: “E’ una cosa che mi ha fatto davvero pensare, ma non posso dire granché essendo a chilometri di distanza e non esercitando più da tempo, non mi voglio sbilanciare, posso dire che mi sembra una storia assurda, soprattutto per come si è verificata, ma non è che mi possa esprimere più di tanto, bisognerebbe analizzare il caso e vedere queste persone e capire, da qui è impossibile su una storia del genere i fattori possono essere tanti“.

“La disperazione non può essere una giustificazione, c’è dell’altro…”

Quello che non si riesce a capire è il motivo che ha spinto due persone, per tanti che le conoscevano normali, a compiere una gesto del genere, ma anche qui Paolo Crepet non vuole sbilanciarsi soprattutto perché non conosce le persone: “Dicono che erano persone normali? Ma anche il criminale più cattivo o che abbia effettuato gesti efferati, spesso si sente dire che era una persona normale, non saprei cosa dire davanti a un gesto e una storia simile, arrivata e verificatesi in maniera così semplice“.

A sentire persone che conoscevano la coppia che si è resa protagonista di questo scempio, la donna che ha rapito il bambino, diceva a tutti di essere incinta, sembra più che altro il gesto di una persona che bene non sta e che fosse disperata, ma Crepet l’unica cosa che dice è che “la disperazione può essere un fattore, ma non certo una giustificazione per quello che è stato fatto. Non conosco cosa sia successo, ma senza sapere bene e per esperienza credo ci sia dell’altro”.

Paolo Crepet
“La disperazione non può essere una giustificazione, c’è dell’altro…” (Ansa Foto) Cityrumors.it

Una vicenda raccapricciante, anche per il professor Crepet che non sa spiegare, né vuole per via di un caso e situazione che “conosco per niente”, tanto che aggiunge: “Verrà nominato uno psicoterapeuta dal tribunale che analizzerà la situazione e il caso, tutto verrà studiato e si cercherà di capire, anche se ci possono essere tanti fattori su una situazione così delicata e così assurda”

 

 

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