Cento giorni di Trump, l’esperto in esclusiva: “Come sono cambiati gli Usa”

Era il 5 novembre 2024 quando l’ex tycoon ritornava alla Casa Bianca a distanza di otto anni dal suo primo successo. Harnwell in esclusiva ci ha raccontato le prime settimane del presidente americano

Sono trascorsi ormai 100 giorni dalla vittoria di Donald Trump alle elezioni americane. L’ex tycoon si è insediato solamente a gennaio, ma il suo ritorno alla Casa Bianca è stato sancito il 5 novembre.

Donald Trump primo piano
Cento giorni di Trump, l’esperto in esclusiva: “Come sono cambiati gli Usa” (Ansa) – cityrumors.it

La nostra redazione ha contattato Benjamin Harnwell, analista di Steve Bannon’s WarRoom, che ci parla in esclusiva del ritorno di Donald Trump a 100 giorni dalla sua vittoria elettorale straordinaria.

Harnwell: “Da Israele a Ucraina? I primi 100 giorni di Trump”

Dottor Harnwell, in un’intervista a Visione TV qualche mese fa il loro direttore Francesco Toscano l’ha nominata “Nostradamus” – a causa di qualche “profezia” lei aveva predetto proprio nelle nostre pagine nell’ormai lontano luglio scorso. Si ricorda cosa aveva detto?

Certo, mi ricordo benissimo perché fui l’unico analista al mondo di aver predetto le dimissioni del presidente Biden fino al finesettimana stesso. Vi ricorderete che il resto del mondo fu rimasto molto scioccato quando Biden pubblicò la sua decisione su X in data 21 luglio 2024 — ma non i lettori di CityRumors.it che furono stati molto ben informati. Ecco precisamente che cosa io dissi in due interviste con voi, la prima intervista del 4 luglio 2024: Biden? Il candidato dem non sarà lui…Qualsiasi candidato al posto di Biden potrebbe dare un vantaggio ai democratici…un profilo come Michelle rappresenta un pericolo per l’ex inquilino della Casa Bianca. Mentre contro la Harris Trump vincerebbe facilmente.”  E poi la seconda intervista del 19 luglio 2024: ‘Kamala è il candidato perfetto dei dirigenti del partito per fare il capro espiatorio questo novembre lasciandosi liberi a costruire il loro futuro attorno a una figura più sostanziale. I Dem si scaricheranno di Biden nei prossimi giorni, forse anche così presto come questo fine settimana‘. Il motto della nostra trasmissione “Steve Bannon’s WarRoom” e proprio “il segnale, non il rumore”. Per questo siamo il podcast numero uno in classifica della politica americana“.

A distanza di solo due settimane dal suo Insediamento, i successi di Trump confermano la bocciatura degli ultimi quattro anni democratici?

Assolutamente sì. Per mancanza di spazio, non si può elencarne tutti. Però dalla minaccia di un aumento delle tariffe alla discussione Canada/Groenlandia, si vede una difesa muscolare dell’interesse nazionale. Per la prima volta in quattro anni, gli Stati Uniti sono rispettati di nuovo. La sfida per le altre nazioni del mondo non è tanto come dovrebbero resistere a Trump, ma come dovrebbe trovare modo di promuovere i loro interessi come egli lo fa per il suo paese. Per questo, quasi dappertutto, ciò vorrebbe una classe dei dirigenti politici molto diversi”.

Harnwell primo piano
Harnwell: “Da Israele a Ucraina? I primi 100 giorni di Trump” – cityrumors.it

La nostra premier si vanta molto di essere un ponte fra gli Stati Uniti e l’Unione Europea. Che ne pensi?

Si vanta oppure si vantava? Perché non ho sentito molto di questo discorso nelle ultime settimane. Infatti, dalle tariffe all’Ucraina e alla Groenlandia, ora sto aspettando con grande interesse di che cosa consisterà questo celebre “pontismo” della presidente. Dalle mie fonti statunitensi, non cercano ponti ma alleati. E comunque hanno già un ponte molto affidabile in Viktor Orbán, l’eroico primo ministro ungherese“.

“Il rapporto tra Italia e Usa cambierà”

Ci saranno variazioni nel rapporto Italia-Usa o resterà lo stesso?

Io aspetto delle variazioni. Ma se saranno al livello diplomatico di dietro le quinte oppure se si svolgeranno in prima pagina nella stampa rimane da vedere”.

Cosa dobbiamo attenderci per quanto riguarda Ucraina e Israele?

“Il presidente Trump sta ancora decidendo che sentiero vuole prendere. Ma in un senso, il prendere della decisione è la parte facile. Quella  molto più difficile sarà qui in Europa, dove i vari governi avranno bisogni di confrontarsela. Io ho sempre detto che aspetto il presidente si ritirerà. Apro parentesi. Immaginavo prima dell’insediamento che dall’inizio di febbraio l’avrebbe già effettuato. Cosa che ancora non ha fatto. Secondo me, l’unica salvezza per la credibilità dei governi europei è se Trump decide di proseguire con la guerra. Altrimenti, si troveranno in grande difficoltà. Ecco perché. Tutti questi governi dicevano che era essenziale di combattere contro la Russia con tutti i modi disponibili. O con o senza gli americani comunque, i paesi europei devono decidere se vogliono andare avanti con la guerra oppure arrendersi. Il problema per loro è che non ci sono i soldi da andare avanti neanche se gli Stati Uniti rimane. Figurati se se ne vanno. Se Trump ritirasse gli Stati Uniti, questi governi avrebbero bisogno di spiegare chiaramente ai loro popoli come mai, dopo ormai milioni di morte perse e miliardi di euro sprecati, con un cambiamento di posizione della Casa Bianca a un tratto  non ci sarebbe più questa urgenza. Sarebbe come se i paesi europei avessero inflitto tutta questa sofferenza sugli ucraini – insieme sui loro popoli – soltanto per accomodare il Complesso militare-industriale americano. In questa circostanza, ci dovrebbe essere un rendiconto per le decisioni fatte qui nelle cancellerie europee”.

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