L’ex storico dirigente rossonero che è stato uno degli artefici dei successi milanisti spiega cosa è successo in Champions
“Mi dispiace, ma Theo Hernandez ne ha combinate davvero tante, col Feyenoord ha fatto un errore decisivo. Se ci fosse stato Berlusconi? A lui giocatori come Theo, talentuosi, piacevano da matti e lo avrebbe perdonato alla fine anche se fino a un certo punto…“. A parlare è uno storico dirigente del Milan che con il club rossonero ha vinto tutto quello che si poteva vincere, ma anche uno come Ariedo Braida ad un certo punto mette la parole fine.
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Più ci pensa e più non riesce a capire come sia stato possibile che il Milan potesse essere eliminato dalla Champions, per questo non riesce a perdonare Theo Hernandez per quell’espulsione che “è costata cara alla squadra”, anche perché secondo l’ex dirigente quando “si è campioni lo si deve dimostrare anche e soprattutto in determinati frangenti” e lui, secondo Braida, tifosissimo del Milan, “ha messo in grande difficoltà la squadra in un momento delicato della gara”.
Un peccato secondo Braida anche perché “la partita era in controllo e quella stupidaggine ha precluso ogni cosa anche perché si è visto chiaramente che la squadra è andata in difficoltà. E’ vero che anche in dieci, in qualche modo si può sopperire, ma è altrettanto vero che il Milan è una squadra in evidente difficoltà. Non è prima anzi è più giù, quindi, ci deve essere qualche problema che non ti può garantire di poter gestire una gara del genere anche soffrendo un po’ e cercando di sacrificarti, non è cosa adesso….” .
Duro Braida: “Theo importantissimo fino a che non fanno danni irreparabili…”
Il discorso scivola sempre su Theo Hernandez, da tutti preso come principale colpevole di una eliminazione fondamentale per il Milan e soprattutto per il bilancio e le casse del club, tanto che Braida ammonisce: “Era importante e vitale per noi quando ci giocavamo ed eravamo abituati ad arrivare spesso in fondo o comunque vicini, figuriamoci adesso. Anche per questo le responsabilità sono tante e pesanti, anche perché non è la prima volta che questo ragazzo si lascia andare a situazioni di questo genere“.
E arriva l’affondo di Ariedo Braida, soprattutto sull’attuale dirigenza: “Berlusconi andava matto per giocatori di questo livello e siccome era un generoso, avrebbe fatto in modo di parlare con Theo e di fargli capire che determinati errori alla fine costavano caro, lo avrebbe perdonato e lo avrebbe consigliato per non ripetere determinate cose e secondo me non le avrebbe più fatte, di esempi ne potrei portare tanti, situazioni particolari risolte con parole, consigli, affetto ed educazioni, diciamo che oggi un certo tipo di stile anche nel fare determinate cose manca, questa è la mia opinione”.
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Ora Braida si trova a Ravenna, sempre a fare calcio, ma col Milan nel cuore e gli dispiace vedere un club prestigioso fare così fatica in una competizione come la Champions che “abbiamo sempre cercato di dominare e di onorare, anche perché questo turno si poteva tranquillamente superare e qualche cosa non va, al di là di Theo Hernandez che ha sbagliato, ma si poteva e si può fare decisamente meglio di quello che si sta facendo. Nessun dubbio. Niente è perduto per tornare in Champions, ma non è facile”