Sulla bella storia del ripensamento del giocatore argentino la verità sarebbe un’altra. La società non aveva accettato l’offerta e De Rossi non è così contento che sia rimasto
di Enrico Camelio
Una storia da film. Un romanzo vero e proprio. Una vicenda che ha stressato, che ha dato dispiacere, dolore e tensione, ma che al tempo stesso, con un finale da favola, ha reso ancora più dolce ed epocale la fine della querelle. Il ripensamento di Paulo Dybala, l’aver rinunciato a 75 milioni di euro e aver scelto la Roma per amore è stato epico, incredibile e unico. Ma è davvero andata così? E’ tutt’oro quel che luccica in maniera sfavillante? Purtroppo no.
Il suo arrivo alla Roma due estati fa è stato accolto con tantissimo entusiasmo, ma c’è da ricordare una cosa, tante cose. Per primo il suo distacco alla Juve e la ricerca spasmodica di avere una squadra. Ha trovato l’accordo con l’Inter, ma controlli più dettagliati, le sue condizioni fisiche e le riflessioni di Marotta e Inzaghi hanno fatto sì che le parti non convenissero a nessun accordo.
La verità è che l’Inter, apprezzando molto il giocatore dal punto di vista tecnico, non si fidava minimamente delle sue condizioni fisiche. E torto non gli si può dare. E anche questa è storia, cronaca reale.
Spunta la Roma, la trattativa comincia, la piazza sogna e pressa. Nel giro di qualche settimana tutto si sistema e tutto si trova, con Thiago Pinto, all’epoca direttore sportivo della Roma, che lo porta in aereo in Portogallo. Tutti contenti. C’è anche la festa d’arrivo all’Eur con migliaia di tifosi festanti e sognanti. Tutto bello, ma in campionato, di partite Dybala ne salta 34, non quattro o cinque, ma 34. Non proprio poche.
L’anno scorso, pur promettendo amore alla causa giallorossa, fino all’ultimo ha tentato di andare a giocare in Premier con lo United per disputare la Champions, ma anche lì non c’è stato nulla da fare. “In Inghilterra neanche il raccattapalle potrebbe fare….”, il commento devastante di un importante dirigente che ha lavorato per un club prestigioso di Premier. Resta alla Roma, ma anche qui con diversi problemi fisici, anche se lo score non è male.
Ma Paulo cerca sempre un modo per andare da altre parti, per questo lui e anche la Roma attendono che qualcuno si faccia avanti fino al 31 luglio con la clausola da 12 milioni di euro da versare. Ma nessuno bussa alla porta della Roma, se non qualche settimana dopo, anche se nel mezzo c’è una cena all’Hotel De Russie a Roma dove ci sono la Chief Executive della Roma Lina Souloukou, Ghisolfi, gli agenti di Dybala e l’intermediario Ramadami. Da lì nasce tutto e poco dopo arriva la tanto decantata proposta araba.
La prima offerta non va a buon fine perché Dybala la rifiuta, la ritiene troppo bassa per lasciare la Roma e andare in campionato dove non si gioca ad alto livello. Non è convinto, ma qualcuno del suo entourage preme e fa capire che se la proposta viene alzata, potrebbe esserci un avvicinamento. Detto, fatto.
Ramadami, che non fa parte dei procuratori di Dybala, ma fa parte dell’operazione d’intermediazione, lavora ai fianchi fino a contribuire a portare una proposta di 25 milioni di euro, bonus inclusi, per tre anni. A quel punto, nonostante qualcuno vicino a lui sia ancora riluttante ad andare in Arabia, la moglie Oriana su tutti, alla fine dice di sì e accetta. La Roma viene informata da Dybala, anche De Rossi stesso, che l’argentino ha accettato l’idea di andare in Arabia. Ora tocca alla Roma trovare l’accordo. Ed è qui che scatta l’inghippo e uno dei primi retroscna.
Gli arabi si siedono al tavolo, ma lo sanno tutti che la Lega araba è riluttante a pagare il cartellino dei giocatori, ma fanno un’offerta: 3 milioni di euro più bonus, al massimo si arriva intorno ai 5 milioni. La società giallorossa la ritiene quasi un’offesa e dice agli arabi che così non si va da nessuna parte. La Roma a quel punto fa una proposta, dice a Dybala di rinunciare a circa 2 milioni l’anno e al suo entourage, che avrebbe incassato una commissione di circa 8 milioni di euro, di fare lo stesso.
A conti fatti, e con queste riduzioni, si sarebbe arrivati alla cifra di 12-13 milioni di euro per la Roma, praticamente il valore della clausola al 31 luglio. Ma nessuno risponde, la Roma allora dice no ed è a quel punto che Dybala, prendendo quasi in contropiede tutti e anticipando, fa sapere alla Roma che non sarebbe più andato in Arabia e poi l’ha comunicato via social con tutto quello che è successo.
C’è da dire una cosa però. Paulo Dybala a Trigoria aveva salutato tutti, svuotato l’armadietto e andato via con i tifosi fuori Trigoria. Quella scena l’ha toccato, ma il ripensamento vero e proprio l’ha fatto la Roma per prima perché il club non ha accettato la proposta araba. Dybala, che aveva già montato il video d’addio, non ha fatto altro che rimontarlo e cambiare qualcosa, aggiungendo quel “ci vediamo domenica” che ha fatto impazzire tutti i tifosi della Roma.
E in tutto questo Danile De Rossi è davvero così contento? Le dichiarazioni ufficiali fanno pensare così, ma la realtà è un’altra. Contro il giocatore non c’è nulla anzi De Rossi più giocatori forti ha, meglio è per sé stesso e per la squadra, ma se davanti hai la certezza che con la cessione della Joya, la Roma in quel modo e senza avere il peso sul bilancio di 7,5 milioni che diventeranno 9, 18 per la società, sarebbe arrivata a prendere almeno tre o quattro giocatori che avrebbero reso ancora più forte e soprattutto affidabile la Roma. Contento fino a un certo punto, insomma.
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