Dispiaciuto e amareggiato uno degli storici presidenti bianconeri che è cresciuto sotto l’influenza del grande personaggio
L’eliminazione della Juve dalla Champions League è stata una bella batosta per tutti i tifosi bianconeri. Di quelle che difficilmente si possono dimenticare e lasciare andare così come se non fosse nulla. In casa bianconera si leccano le ferite e poco importa che qualche giorno prima la squadra guidata da Thiago Motta aveva battuto l’Inter. “E’ una battuta d’arresto che fa male al cuore, ma da vecchio dirigente so che fa molto male anche alle casse finanziarie…“, dice con amarezza Giovanni Cobolli Gigli, ex presidente della Juventus.
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Una sconfitta e un’uscita di scena che fa discutere e anche capire che la Juventus è stata costruita in modo non idoneo a quello che avevano in mente di fare dall’inizio della stagione, ovvero tornare ai vertici e far vedere a tutti che la squadra bianconera è tornata e vuole vincere. Niente di tutto questo. “Io non do tanta responsabilità ai giocatori – dice Cobolli Gigli – anche perché in campo ho visto che hanno dato tutto quello che avevano, quindi non se la si può prendere con loro, quanto con chi c’è in regia a questo punto…“.
Il riferimento dell’ex dirigente è fin troppo chiaro, ma non comprende solo Thiago Motta e approfondisce: “A mio modo di vedere è la società che è mancante, ma quando dico questo inglobo l’allenatore, il direttore sportivo e anche chi c’è ora come amministratore che, con tutto l’affetto, non so quanto masticasse di calcio fino a quando non è arrivato alla Juventus…”.
“Quarto posto e finale coppa Italia? Ma l’aveva già fatto Allegri…”
Per Cobolli Gigli si tratta di una stagione “ondivaga” e sulla partita ribadisce che la Juve “non ha giocato male anzi ha fatto tutto il possibile come il gol di weah arrivato subito dopo il loro, se il palo interno di Vlahovic va dentro si va ai ai rigori, diciamo che per la squadra in campo tutto questo negativismo non lo vedo, nel senso che hanno dato tutto, ribadisco che è la regiai che sta di sopra, non vedo un’atmosfera tra allenatore e giocatori che sia una cosa sola, ecco”
Una mancata qualificazione agli ottavi pregiudica anche il cammino finanziario, figuriamoci se la Juve non riesce nemmeno a qualificarsi per la prossima Champions “a questo non voglio proprio pensare, sarebbe un disastro con una mancanza di ricavi impressionante”
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Ora si fa più dura anche perché “è vero che la Juventus avrà solo il campionato e potersi preparare al meglio per arrivare quarti, ma è la stessa cosa che hanno anche Atalanta e Milan che hanno lo stesso problema tuo di arrivare in Champions, proprio facile non è”. E riguardo al cambio dell’anno scorso, Cobolli ci mette il carico: “Io sono un allegriano convinto, l’ho sempre difeso anche quando tutti lo criticavano, ma alla fine se qualcuno dice che se arriviamo quarti e vinciamo la coppa Italia è la stessa cosa che ha fatto Allegri, quindi perché cambiarlo”
La verità un’altra secondo Cobolli Gigli, ovvero che “la Juve che c’era prima e che c’è sempre stata nella storia, quella dell’Avvocato Gianni Agnelli non c’è più, chi c’è adesso in società non sa nemmeno chi era e cosa pensava l’Avvocato. Uno stile e un qualcosa che si è perso”