Mario Draghi a Bruxelles presenta il suo piano. L’economista Sapelli in esclusiva ai nostri microfoni: “È possibile solo a determinate condizioni”
Mario Draghi presenta il suo piano per rilanciare l’Europa. L’ex premier italiano direttamente da Bruxelles svela il cosiddetto rapporto di competitività per riportare il Vecchio Continente alla pari di Stati Uniti e Cina. “Urgenza e concretezza sono le due parole chiavi del report – spiega l’ormai ex numero uno della Bce – sono 170 le proposte presenti nel documento, ma voglio rassicurarvi che non stiamo partendo da zero“.
L’ex primo ministro italiano spiega che per raggiungere gli obiettivi indicati servono almeno 750-800 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi annui. A questi bisogna aggiungere la decarbonizzazione e una vera politica economica estera basata sulla sicurezza delle risorse critiche. Inoltre, Draghi invita ad aumentare i finanziamenti europei per la ricerca e lo sviluppo. Di tutto questo ne abbiamo parlato con Giulio Sapelli, professore di Storia Economica.
Piano Draghi, Sapelli: “Buona idea, ma difficilmente realizzabile”
Professor Sapelli, qual è il suo pensiero sul cosiddetto ‘piano’ Draghi?
“Affermazioni notevoli, interessanti. Alcune di queste sconfessano l’attuale politica dell’austerity. Da parte di Draghi c’è la giusta interpretazione del tentativo di aumentare la centralizzazione capitalistica. Questa per realizzarsi ha bisogno della spesa pubblica. C’è un problema: si tratta di un piano che dovrebbe essere stabilito dall’Unione Europea e larga parte dei Paesi la pensano in modo diversamente dall’ex premier italiano. Quindi penso che, nonostante le buone intenzioni, non se ne farà nulla”.
Si parla addirittura di 800 miliardi.
“Ripeto, si tratta della centralizzazione del meccanismo. È un qualcosa di molto simile a quello che ha fatto quando era alla guida della Banca Centrale Europea. Ma ora è un’epoca completamente differente. In più Draghi al momento ha solo un potere di pressione e non applicativo”.
Ma c’è la possibilità eventualmente di applicare un piano simile?
“Assolutamente sì, ma, come detto in precedenza, non c’è intenzione. In più si è evocato il Piano Marshall. Ma in quel caso si veniva da una Seconda Guerra Mondiale. Quindi io non avrei fatto certi paragoni. Draghi di nuovo in Europa? Non penso proprio. In questo momento è più un rappresentante e che ha un potere di pressione nei confronti dell’Ue. Poi decidono i Paesi e in questo momento non c’è la volontà di seguire la strada indicata da Draghi“.
Nel documento Draghi chiede all’Europa di aumentare la produttività per competere con Cina e Usa. È possibile?
“Assolutamente sì, ma solo alle condizioni proposte dall’ex premier. Serve pianificazione e centralizzazione. Introdurre elementi di pianificazione va contro l’economia di mercato e per questo motivo non mi aspetto delle decisioni simili. Inoltre bisognerà vedere le imprese saranno d’accordo Draghi nel suo documento parla anche di decarbonizzazione e mi sembra che le case automobilistiche hanno subito levato gli scudi sull’ipotesi“.