Il responsabile Medio Oriente di Geopolitica.info in esclusiva ai nostri microfoni fa il punto della situazione dopo il cessate il fuoco a Gaza
Il cessate fuoco a Gaza sarà permanente? È questa la domanda che in molti si fanno. Il rischio di dover fare i conti con un passo indietro e un ritorno al conflitto esiste, ma la speranza è che si possa ritornare ad una pace definitiva a Gaza.
La nostra redazione ha contattato in esclusiva Lorenzo Zacchi, responsabile Medio Oriente di Geopolitica.info, per fare un punto della situazione e capire cosa potrà succedere nei prossimi giorni.
Lorenzo Zacchi, questa tregua sarà rispettata oppure c’è un rischio di boicottaggio?
“Nella prima fase bisogna dire che si tratta di un accordo molto complicato anche dal punto di vista operativo. Perché la questione ostaggi non è mai semplice. Esiste il rischio che sia da una parte che dall’altra si possa boicottare l’accordo. Ma una cosa va detta“.
Cosa?
“La volontà americana è quella di arrivare ad un cessate il fuoco permanente e tranquillizzare i cittadini. Da parte di Washington, quindi, c’è una forte pressione che questo accordo venga rispettato“.
Ora la liberazione degli ostaggi. E poi cosa succederà?
“Diciamo che parallelamente c’è la questione del rientro dei civili a Gaza in tutte le aree evacuate e il ritorno dei soldati israeliani. Sono tutte fase molto delicate. Qui parliamo di un accordo per arrivare al congelamento del conflitto per poi pensare ad una risoluzione definitiva della guerra. Ci saranno altre trattative e la vera e propria variabile sarà il futuro della Palestina“.
Trattative che saranno condotte ancora dagli Stati Uniti?
“Bisogna dire che gli Stati Uniti cercheranno di svincolarsi il prima possibile dagli affari mediorientali magari affidando le trattative ad attori molto capaci come Qatar e Arabia Saudita. Ma resteranno comunque i supervisori principali della trattativa“.
A proposito di Stati Uniti, Trump ha parlato di allargare gli accordi di Abramo. È una cosa possibile?
“Assolutamente sì. Ricordiamo che la precedente amministrazione guidata da Trump ha puntato molto su questi accordi. Poi è stata una intesa che ha retto negli ultimi 4 anni molto bene. Quindi è un qualcosa di possibile. Ora la priorità è quella di arrivare ad una firma di pace da Arabia Saudita e Israele. Un qualcosa che è stato interrotto il 7 ottobre 2022, ma presto il dialogo riprenderà”.
Come esce Netanyahu da questa situazione?
“Dobbiamo precisare prima una cosa. A livello governativo sta scricchiolando ormai da tempo anche perché si trova a mediare fra diverse fazioni. Credo che in futuro rischi di pagare a caro prezzo per esempio il buco della sicurezza del 7 ottobre. Poi lui sta giocando tutto sulla guerra contro l’Iran. Quindi bisognerà capire come si svilupperà la situazione nei prossimi mesi“.
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