Il noto virologo nonché senatore del Pd ha voluto spiegare la sua posizione su una vicenda molto delicata con la povera persona che è deceduta
Una tragedia che sta facendo sollevare molte domande. L’italiano rientrato dal Congo e che si è ammalato a tal punto da non farcela e morire nella sua casa, sta creando parecchie apprensioni.
Il rientro dell’uomo che aveva viaggiato e fatto qualche giorno di vacanza in Congo con la compagna e trovato morto nella sua abitazione ha gettato nello sconforto e nel panico una buona parte del ministero della Salute, più che altro perché c’era incertezza sulla situazione e soprattutto per via di tutto quello arriva dal Congo in questi giorni.
“Si, va bene tutto, ma bisogna stare attenti a dire, ipotizzare o pensare determinare cose, anche perché sono situazioni delicate e bisogna aspettare che si finisca con gli esami”, spiega con tono fermo e perentorio il professore e virologo Andrea Crisanti a Cityrumors.it.
Parecchi si sono spinti in avanti, ipotizzando che ci potesse essere qualche collegamento con l’uomo che è rimasto vittima di non si sa bene cosa, una volta rientrato in Italia dal Congo, ma Crisanti predica calma: “Credo che qualcuno si stia spingendo un po’ troppo in avanti, anche perché dal Congo può arrivare qualsiasi cosa”.
Per il medico e senatore non è che ci siano tanti dubbi in merito, anche perché non si “può dire una cosa del genere solo perché arriva dal Congo”, anche perché “in questo momento da quelle parti si sta cercando di capire quello che sta succedendo, ma adesso mettersi a fare collegamenti, mi sembra davvero inappropriato e poco scientifico”.
“Bisogna aspettare che si facciano le analisi per capire di cosa è morta questa persona – ha spiegato Andrea Crisanti -, anche perché ci sono persone che stanno lavorando su questa situazione. Nel caso sia confermata la malaria, non c’è in alcuna maniera la necessità di allarmarsi per la malaria, anche perché è dal 1956 che non c’è alcuna documentazione in merito sulla trasmissione endogena di malaria”.
Gli esami sull’uomo morto a Treviso dopo essere rientrato dalla Repubblica democratico del Congo hanno rilevato la presenza del plasmodium falciparum, cioè l’agente infettivo più aggressivo, in grado di dare una delle forme più violente della malattia infettiva. I risultati sono dello Spallanzani di Roma, dove comunque si proseguiranno gli accertamenti per chiarire l’eventuale presenza di altre malattie.
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