L’esperienza e le tante vicende vissute sul campo fa del militare uno dei massimi esperti del Medio Oriente, ma avvisa: “Hamas e Hezbollah aumentano le loro unità”
Una tregua che lascia molti dubbi. A tutti. E tra questi a un personaggio che conosce molto bene quelle zone, soprattutto perché ci ha combattuto e perché ha controllato quel pezzo di terra per qualche anno comandando l’Interforze, ma è un “passo in avanti”, anche molto importante.
A parlare non è uno qualunque ma il generale Marco Bertolini, comandante di tante cose, tra cui la Brigata Folgore e l’Isaf, forze speciali con milizie europee, grazie alla quale è stato in diverse missioni in Libano, quindi conosce molto bene quel pezzo di terra, quegli uomini, le loro idee e tutto quello che covano da anni.
“E’ una tregua che, a mio modo di vedere, lascia più di qualche dubbio, soprattutto per quello che è la storia e anche perché uomini come quelli che fanno parte di Hezbollah e Hamas avranno tempo per riorganizzarsi, l’odio da quelle parti dura da anni, ma è innegabile che la tregua raggiunta qualche giorno fa è un passo importante, il più importante di questi ultimi anni“, spiega il generale Bertolini, anche non “non mi farei tante illusioni”.
Di sicuro per il militare, che conosce bene Israele e le persone che vivono e sono vicine agli israeliani e il Medio Oriente, sa bene che è da sempre una situazione esplosiva, ma è innegabile che “da una parte e dall’altra questa guerra ha disintegrato le persone e messo in ginocchio più paesi”, dice Bertolini che, non nasconde il merito, a suo dire, “totale di Trump per arrivare ad una situazione del genere“, anche perché aveva “promesso fuoco e fiamme se non avessero trovato un accordo”.
Il generale accoglie questo patto con grande celebrazione, anche se Trump “sta lavorando per me bene anche sulla Russia“, il vero nodo del contendere, ma per il militare può rappresentare “una polpetta avvelenata” per il neo presidente perché andare “avanti sul discorso della tregua in Ucraina, bisogna avere delle garanzie solide, come quella a mio modo di vedere di assecondare Putin sul non ingresso della stessa Ucraina nella Nato”.
Per Bertolini questo passaggio potrebbe davvero essere una specie di polpetta avvelenata anche per tutto il terreno che “è stato preparato dai democratici, ovvero quello di garantire all’Ucraina un ingresso nella Nato” e secondo il generale, non sono quanto sia possibile che “Putin accetti una situazione di questo genere”
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