La Procura di Cassino spinge per l’archiviazione, ma occhio perché potrebbe avere una sorpresa inaspettata che fa cambiare le carte
Quattro anni e mezzo dalla morte di Gianmarco Pozzi e la Procura di Cassino, nonostante ci siano diversi elementi strani per non smettere mai di indagare, all’improvviso ha fatto istanza di archiviazione. Una cosa che ha indispettito la famiglia Pozzi e i legali, ma anche qualcun altro di molto importante che, in silenzio, da lontano vigila, ma sa tutto e ha voluto manifestare vicinanza al papà e a tutta la famiglia, ed è pronto a far sentire la propria voce.
La famiglia del 27enne romano Gianmarco Pozzi, ex campione di kickboxing, che è stato trovato senza vita il 9 agosto 2020 a Ponza, non si è mai data per vinta e quando la procura di Cassino, che in questi quattro anni e mezzo ha visto davanti a sé carte e documenti che farebbero girare la testa a chiunque, dopo qualche tempo ha inoltrato un’istanza di l’archiviazione. Secondo il Pm non ci sono gli elementi per portare avanti un’indagine a livello serio.
Ma qualcosa stona sin dall’inizio di questa vicenda e il caso ha fatto il giro d’Italia, grazie all’amore infinito del papà, Paolo Pozzi, che si è messo a disposizione delle forze dell’ordine, dei magistrati e anche e soprattutto dei mezzi di comunicazione, come le Iene, ad esempio, ma anche tanti altri, che hanno spinto parecchio su questo tema, parlando tanto dell’argomento e facendo sorgere tante domande a cui nessuno ha ancora dato una risposta.
Ed è anche per questo motivo che davanti ad una richiesta d’archiviazione la rabbia è montata a tal punto che i legali hanno avviato una battaglia aspra, raccogliendo documenti e intensificando le ricerche, cosa che dovrebbe fare una procura e non il contrario. Una vicenda, questa legata a Gianmarco, che, proprio un anno fa, era la fine di novembre del 2023, è finita all’attenzione della commissione Antimafia presieduta dall’Onorevole Chiara Colosimo alla presenza di esponenti della maggioranza e delle opposizioni in Parlamento.
Esponenti del governo hanno incontrato Paolo Pozzi: Meloni osserva quel che accade
Una vicenda che ha avuto l’interesse e l’attenzione anche da parte del Governo presieduto da Giorgia Meloni. La Premier non ha mai mollato la storia anzi, come ha fatto sul caso Chico Forti, è una storia che segue con attenzione particolare. Ed è anche per questo che Paolo Pozzi è stato convocato a Palazzo qualche giorno fa dove ha incontrato e parlato con esponenti importantissimi del Governo, non la Premier direttamente, ma persone vicinissime a lei e che fanno parte del Governo, che hanno rassicurato il padre
E allo stesso tempo garantito a Paolo Pozzi che la vicenda giudiziaria verrà seguita con cura e particolare interesse. E a vedere come è stata portava avanti la situazione legata a Chico Forti, non c’è da avere dubbi che l’attenzione del Governo su questa strana e allucinante vicenda sia ai massimi livelli.
Gianmarcio è stato trovato morto all’interno di un’intercapedine, di un’abitazione sull’isola di Ponza. Aveva l’osso del collo rotto, ferite in tutto il corpo, la schiena ricoperta di spine. Non venne fatta autopsia e il suo corpo fu immediatamente cremato. Per il medico legale, incaricato dalla Procura, la sua morte era compatibile con una precipitazione da un’altezza di tre metri, avvenuta mentre il 27enne era strafatto di cocaina.
Il medico legale assunto dalla famiglia Pozzi, il professor Vittorio Fineschi arrivò a conclusioni opposte, parlando di una brutale aggressione come causa del decesso. Ma ci sono tanti altri elementi che fanno sorgere tanti, troppi dubbi. A partire dal suo telefono, periziato da diversi agenti ma male e senza alcun riscontro vero e oggettivo, nonostante ci fossero, eccome. Per non parlare dell’abitazione di Ponza del 27enne e l’area in cui fu ritrovato il corpo che non vennero mai sequestrate.
Il Dna sulla carriola, quattro filtri di sigarette non fumate, due marca Camel e due marca Chesterfield, uno scontrino di luglio 2020, un pezzo di cellophane con tracce di sostanze stupefacenti, un pezzo di carta assorbente sporca di sangue, formazioni pilifere, e tracce di vegetali miste a terra; il tutto contenuto in una busta di plastica nascosta negli slip del 27enne.
Più tanto altro ma per la procura di Cassino, non c’è niente di anomalo. La morte di Gianmarco resterà piena di domande senza risposta. Sarà ora il gip a decidere se proseguire o chiudere tutto. In quest’ultimo caso la famiglia Pozzi darà battaglia. E con loro tante altre persone che vogliono giustizia, tra queste anche il Governo che ha puntato le luci sul caso e ha fatto sentire tutta la sua vicinanza alla famiglia Pozzi.