L’ex tennista è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni per commentare la sfida tra il serbo e lo spagnolo, ma anche per parlare degli italiani
Novak Djokovic si avvicina alla leggenda. Il serbo ha battuto in quattro set Alcaraz (4-6 6-4 6-3 6-4) ai quarti di finale degli Australian Open guadagnandosi l’accesso alla semifinale. Ora due partite per scrivere ancora di più la storia del tennis visto che diventerebbe il primo di sempre a vincere 25 Slam in carriera. Naturalmente non sarà semplice visto che sul cammino ha Zverev e forse Sinner.
La nostra redazione ha contattato l’ex tennista Diego Nargiso per parlare della sfida tra il serbo e lo spagnolo, ma anche proiettarci sulla notte azzurra in Australia.
Nargiso: “Piccola involuzione per Alcaraz. Djokovic-Zverev? Secondo me…”
Diego Nargiso, partiamo da Djokovic-Alcaraz. Nole è tornato?
“L’ho vista tutta e posso dire che è stato un capolavoro del serbo unito alla conferma che lo spagnolo è in momento di leggera involuzione. Questa si è palesata dopo il primo set dove Djokovic ha ammesso di aver pensato al ritiro per il problema alla gamba. Lì non ha avuto la freddezza necessaria per chiudere la situazione. Sia perché ancora gli manca esperienza, ma anche per il fatto che non vince da tempo. Poi se si entra nel discorso tattico-tecnico, possiamo dire che il dolore lo ha favorito visto che ha forzato di più in battuta e accorciato gli scambi“.
Può essere lui l’ostacolo tra Sinner e la conferma a Melbourne?
“No, secondo me la finale sarà Zverev-Sinner. Il tedesco sta bene e da numero 2 del mondo ha sempre parlato con autorevolezza. Si sente l’unico giocatore in grado di poter mettere in difficoltà Jannik. E questa sicurezza la stiamo vedendo in campo“.
“Sinner sempre più maturo. Su Berrettini dico che…”
A proposito di Jannik, maturità e lucidità contro Rune.
“Assolutamente sì. La grande maturità acquisita lo scorso anno lo hanno portato ad essere freddo e calcolatore. Non sappiamo il problema, ma sicuramente si è spaventato. Per un ragazzo svegliarsi e sentirsi strano non è bello. Poi questa cosa l’ha avuta anche in partita con i tremori che hanno rappresentato un piccolo campanello d’allarme. Bisogna anche dire che è stato fortunato con il problema alla rete che gli ha permesso di rifiatare. E la differenza nel match l’ha fatta proprio la freddezza visto che Rune, come Alcaraz, non è riuscito a fare la differenza quando l’avversario era in difficoltà. Devo dire che questo è uno Slam come quando giocavamo noi: il caldo si sta facendo sentire“.
Freddezza che è mancata a Berrettini e Musetti.
“In modo forse un po’ diverso. Berrettini ha lottato fino alla fine e ha dimostrato di essere un giocatore pronto. Non è ancora brillante come lo conoscevano, ma inizia ad essere un fratello gemello di quel tennista. Per me Musetti non ha superato le perplessità. Da lui ci aspettiamo tutti molto e non aver raggiunto gli ottavi di finale con quella teste di serie non è un buon segnale“.
Sonego è tornato, invece, quello di qualche anno fa.
“Anzi meglio. Contro Tien è riuscito a gestire la pressione nel migliore dei modi. Si è reso conto che il tennis è cambiato ed è diventato molto più aggressivo. Ha adattato il suo gioco e adesso ha la possibilità di scrivere una pagina di storia anche se l’avversario è molto complicato. Shelton ti fa giocare poco, quindi è molto difficile prendere ritmo. Sta bene e vuole ritornare in una semifinale Slam. Poi sappiamo come Lorenzo soffre molto la diagonale sinistra e quindi servirà una grande partita“.
Per una finale tutta italiana.
“Sarebbe bello, ma prima c’è da superare questo turno“.