Il deputato di Italia Viva e segretario della Camera dei Deputati ricorda il Pontefice: “Non sempre d’accordo ma era coraggioso e non dimentico l’apertura della Porta Santa a Rebibbia”
Riservato ma pronto a dare battaglia quando serve e soprattutto su temi in cui crede tantissimo. Serio e inappuntabile, ma anche uno con cui ci si può parlare senza problemi, laico e definito da tanti come una persona per bene e sempre pronta al dialogo. Arriva dal Partito Radicale, ora Roberto Giachetti fa parte di Italia Viva anche se resta membro del Partito Radicale Transnazionale e con lui parlare di Papa Francesco non è facilissimo perché, nonostante “su alcuni temi non eravamo spesso d’accordo, ma succedeva anche con Papa Giovanni Paolo, credo sia stato un uomo importante, coraggioso che ammiravo“, tanto che si sente “molto dispiaciuto che una persona del genere, con quella tempra, semplicità nel parlare ai ragazzi e di essere molto coraggioso su specifiche tematiche, non ci sia più“.

Sono giorni di lutto e anche di lavoro per Roberto Giachetti, segretario della Camera dei Deputati, che sta vivendo con parecchia riflessione la scomparsa del Pontefice: “Ribadisco che su determinate tematiche che possono essere l’aborto o l’eutanasia, non potremmo mai essere d’accordo, anche se Papa Francesco almeno, rispetto ad altri Papi e ad altre figure della Chiesa su ogni argomento non era chiuso e dogmatico, ma almeno spiegava il suo punto di vista, cercando di argomentarlo e far capire, rispettando l’idea altrui, non era insomma, uno che diceva è così, punto e basta, come spesso su determinati argomenti si chiude la Chiesa”
E su questo il deputato lo rispettava molto come l’apertura e il dialogo all’omosessualità e anche altri argomenti, su cui Giachetti riconosce “una grande apertura da parte di un uomo di Chiesa, ed era questo quello che mi incuriosiva e mi piaceva di questo Pontefice, la sua apertura mentale e ne aveva tanta, ma l’ha dimostrato in tante situazioni, come sulla guerra e un’idea insistente di portare avanti la pace, ma anche su tanti altri discorsi, come quello di portare avanti discorsi dirompenti all’interno della stessa Chiesa che spesso è chiusa su se stessa, ma lui a tentato di fare qualcosa e su alcune tematiche è riuscito anche se situazioni più delicate come la pedofilia ha fatto tanto ma poteva e si dovrebbe fare di più”.
“Il suo appello sull’indulto e l’amnistia non resti inascoltato e io sarò tra coloro che ricorderà e insisterà”
Il 26 dicembre del 2024, dopo aver aperto la Porta Santa a San Pietro, Papa Francesco decise di fare una gesto clamoroso incredibile, ovvero di andare ad aprire una Porta Santa all’interno di un carcere, quello di Rebibbia, un gesto “bellissimo e di grande impatto e significato“, ricorda Giachetti, anche perché nessun Papa aveva mai fatto una cosa del genere durante un Giubileo. “Ecco quelle sono cose a cui sono legato”, ricorda il deputato Giachetti a Cityrumors.it anche perché il Papa in quella circostanza disse parole importanti legate al sovraffollamento delle carcere e dare la possibilità ai carcerati di ricevere la grazia, l’indulto.
Parole quasi sacre per uno come Roberto Giachetti che si batte da sempre, da una vita per le condizioni delle carceri italiane anzi, è uno die pochi politici che non molla mai la presa da questo punto di vista: “Ricordo bene quelle parole legate all’indulto e all’amnistia per le persone che sono in carcere e il suo fu un appello e una preghiera importante che non dovrebbe mai essere inascoltata, invece più di qualcuno ha fatto il vago su quella supplica, soprattutto sul dare la speranza di una grazia. Da parte mia quell’appello del Papa ma come tanti altri appelli sulle carceri non verrà lasciato appeso, tutt’altro“.

Il Pontefice da questo punto di vista era molto attento e sensibile, su un argomento importante e delicato, anche e molto per Roberto Giacnetti: “Quella preghiera da parte del Papa, che era una richiesta importante in un momento importante e si grande significato, tanti anche nel Governo hanno fatto quasi finta di non ascoltare, ma invece dovrebbero farlo e io come deputato, ma anche tanti altri colleghi ricordiamo bene quelle parole e ogni giorno non facciamo altro che ricordare quanto sia importante andare avanti con la possibilità di dare indulto e amnistia a persone che sono dentro per reati davvero insulsi e che potrebbero uscire e non sovraccaricare le case circondariali, ma qui invece i reati con leggi vengono quasi creati, ma quelle parole del Papa le faremo nostre”