Il deputato e noto microbiologo esprime il suo parere su quanto è accaduto all’interno di alcune strutture che ospitavano degli anziani
All’improvviso tutti male. Sono ben 114 le persone che avrebbero accusato sintomi di gastroenterite e malori di ogni genere e purtroppo ci sono da registrare tre morti. Prima in una struttura e poi in altre tre. La Asl Toscana Centro ha aperto un’indagine epidemiologica su questi 114 casi di gastroenterite su 173 ospiti di quattro Rsa di Firenze e della provincia. Resta di sasso, davanti a questa situazione, il deputato del Pd, ma soprattutto virologo e microbiologo Andrea Crisanti: “Scioccato da così tanta facilità di potersi sentire male all’improvviso in una struttura dove si dovrebbero tutelare le persone più deboli, ma purtroppo succede per diverse situazioni e tutte per superficialità e noncuranza”.
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Il professore Crisanti non conosce bene la situazione nello specifico, ma appena ha saputo che le persone che hanno accusato i malori erano oltre cento con tre vittime non ha avuto dubbi in tal senso, almeno per quel che riguarda le cause: “Si parla di intossicazione alimentare ma quando succede questo, soprattutto in una struttura del genere c’è qualcuno che non ha fatto bene il suo lavoro. Tenere con cura gli alimenti e il loro stato di conservazione è fondamentale, anche perché si generano i batteri che crescono e si diffondono“.
C’è anche una vittima ma non è riconducibile alla sospetta tossinfezione alimentare. La Asl Toscana sta indagando e cecando di capire cosa può essere accaduto, ma il professor Crisanti ha pochi dubbi: “Dai sintomi e da quello che è accaduto, sembra che ci possano essere almeno tre ipotesi dettate in primo luogo da un possibile stafilococco, anche perché con i prodotti caseari freschi se non vengono tutelati per bene si possono creare questo genere di situazioni. Come seconda ipotesi potrebbe anche esserci casi di salmonella se le cose non sono state conservate e dovere, ma non escluderei, visto che ci sono state delle vittime, dei casi di isteria, con questo genere di prodotti può essere un problema, soprattutto in strutture del genere, anche se a mio parere, e non conoscendo bene i fatti, escluderei una responsabilità da parte delle strutture sanitarie, ma è solo un’ipotesi” .
Se non si sta attenti alla conservazione e alla cura degli alimenti, purtroppo succede
L’esperto punta il dito su chi doveva tutelare le persone che erano in cura nelle Rsa, tanto che aggiunge e spiega: “In situazioni di questo genere e quando si genera un focolaio dei questo tipo dovuto a problemi alimentari, spesso vuol dire che chi è deputato al controllo e alla conservazione degli alimenti, passaggio fondamentale per le strutture, non l’ha fatto come si doveva fare, altrimenti una cosa del genere non succede, dispiace per le persone che si sono affidate che sono persone fragili e un problema del genere può essere molto grave”.
La Asl sta indagando e ipotizza che si sia attivato un focolaio il 9 febbraio per sospetta “tossinfezione alimentare”. Le quattro Rsa, riporta una nota, hanno in comune lo stesso centro cottura. Campionati i quattro alimenti reperibili (passato di carote, verdure, coniglio e patate, pizza) forse correlati agli episodi e poi sottoposti ad analisi microbiologiche. Ma sono solo ipotesi, si sta cercando di capire cosa è successo.
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“Qualcuno non ha fatto bene il suo lavoro e avrà sulla coscienza quei poveri tre poveretti che sono deceduti, ma anche le altre 100 e passa persone che stanno male, ma tutte si possono curare senza problemi, sperando che non sia un batterio dannoso che causa anche molti dolori, soprattutto a livello gastrico“, le parole di Andrea Crisanti.